Che cosa sta succedendo dentro il Pdl? Proprio mentre Berlusconi ripete che «la maggioranza si sta allargando» – e in effetti a ogni votazione parlamentare di peso si aggiunge qualche voto in più a puntellare «responsabilmente» il governo – il partito del premier vive una stagione di fibrillazioni e scosse, manco fosse la centrale di Fukushima investita dallo tsunami. Sopravvissuto brillantemente all’abbandono di Casini, prossimo a veder crollare le speranze di Gianfranco Fini di costituire un’effettiva alternativa politica nel centrodestra, sembra che adesso il Cavaliere non riesca più a domare il suo stesso partito.
Sabato «Libero» di Feltri e Belpietro, con quel titolo shock su «Berlusconi bollito?» appena ammorbidito dal punto di domanda, ha avuto il ruolo del bimbo della favola che esclama: «Il re è nudo». A Berlusconi troppe cose stanno sfuggendo di mano: «Libero» esemplifica elencando il blitz anti-Geronzi nelle Generali, lo scavalcamento francese in Libia, la gestione dubbia dell’emergenza clandestini, le indecisioni nella riforma della giustizia. Ieri mattina «Libero» ha corretto il tiro, «Bollito o no, viva Silvio», ma il retrogusto era amaro: «Conviene tenercelo stretto perché le alternative fanno venire i brividi». Non si parla della situazione interna al Pdl, tuttavia il fatto che un giornale «d’area» si prenda la libertà di sbeffeggiare il premier è un segnale evidente che nel centrodestra potrebbe approssimarsi un «rompete le righe».
Timore autorevolmente confermato, sempre ieri, da Giuliano Ferrara sulla prima pagina del «Giornale», quotidiano che appartenendo alla famiglia Berlusconi è meno proclive alle monellerie di «Libero». Ma il titolo dell’editoriale non è meno scioccante: «Avviso ai naviganti, il Cav può mollare». Ferrara immagina che Berlusconi gli appaia in sogno mentre «i suoi litigano come lavandaie d’inizio secolo», per rivelargli che «se continua così, con la stessa rapidità con cui sono sceso in campo me ne torno in tribuna a godermi lo spettacolo». Lasciando i litiganti al loro destino.