Beppe Grillo regala sempre soddisfazioni. Le sue sparate mancavano da qualche mese e i “circenses” del Circo Massimo hanno finalmente colmato il vuoto. L’abbondanza è tale che l’ex comico ora può tornarsene a riposare sulle colline sopra Nervi dove abita, in una zona abbastanza al riparo da eventuali alluvioni. Per qualche tempo la ribalta mediatica è assicurata e Matteo Renzi avrà un po’ meno spazio.



L’elenco delle spacconate grillesche di ieri è interminabile. Ha detto che l’Italia è a rischio default e «se avete in banca qualcosa state attenti, levatelo». Ha invitato Renzi a «fare presto, fai esplodere il Paese, così vediamo cosa sei realmente». Ha annunciato un referendum consultivo sull’euro da «un milione di firme» con le quali «faremo una legge» per ritornare alla lira e «Bankitalia all’occorrenza potrà stampare soldi e metterli nell’economia reale». Ha invocato l’intervento dell’esercito a Genova «perché questa gente va fermata». Non si è fatto mancare le consuete volgarità, presenze fisse nei suoi comizi. «Faremo uno scudo umano contro i parassiti» e «chi è al potere sono scimmie dal culo peloso, gente che ha distrutto tutto».



Repertorio valido per elettori di bocca buona. Lo show è stato completato da una scalata a una delle gru che sovrastano il Circo Massimo da dove ha arringato la folla per qualche minuto, manco fosse la buonanima che sale sul trattore. Ovviamente il traffico di Roma in quel punto si è fermato per la curiosità di assistere a simili gesta.

A che gioco gioca l’ex comico a cinque stelle? Prima di tutto Grillo aveva bisogno di recuperare il palcoscenico dei media. Nonostante i violenti attacchi ai giornalisti, non solo verbali, Grillo ha bisogno di giornali e tv, deve mantenere una presenza costante che non può essere delegata soltanto ai noiosi discorsetti che i suoi parlamentari a turno recitano a memoria a beneficio dei Tg e dei loro «pastoni» politici serali. Renzi ha rubato la scena a tutti con il suo attivismo ubiquo che le dichiarazioni da «par condicio» non riescono affatto a riequilibrare.



Ma Grillo ha bisogno anche di recuperare un senso alla propria presenza in parlamento. Lo ha ricordato lui stesso: i 5 Stelle hanno 150 tra deputati e senatori con i quali dovevano rivoltare l’Italia come un calzino, mentre finora non hanno rivoltato un bel niente. E nonostante l’immobilismo e l’inconcludenza, il M5S mantiene un buon 20 per cento dell’elettorato, laddove Silvio Berlusconi  —tanto per non fare nomi — continua a perdere consensi con la sua politica di opposizione morbida. 

Allearsi con Forza Italia? Ipotesi suggestiva, visto che ieri Grillo ha esclamato che «meglio Berlusconi di Renzi». Ma il dna dei pentastellati resta sempre l’antipolitica a ogni costo. «Il Parlamento è una dimensione che non ci appartiene», ha ripetuto ieri. Il divieto di fare salire sul palco il sindaco di Parma è un altro segnale: Pizzarotti è uno dei pochi grillini con compiti amministrativi, e conosce la differenza tra la fatica del governare e la comodità di un’opposizione che non si assume responsabilità. Quando c’era Silvio, addosso al centrodestra; ora che c’è Renzi, dalli al centrosinistra. Tra mille discorsi, il leader dei 5 Stelle si tiene ben lontano dalla stanza dei bottoni: ha paura che un domani salti fuori qualcuno a fare il grillino contro Grillo.