C’era una volta il soccorso rosso, l’organizzazione vicina all’Internazionale comunista che durante le due guerre mondiali doveva sostenere i prigionieri comunisti e le loro famiglie, rossa come le bandiere che la simboleggiavano. Oggi invece è il tempo del soccorso azzurro, il disperato tentativo di Silvio Berlusconi di sostenere in qualche modo il governo Renzi pur di ricavare qualche beneficio. Il premier zoppica, prende schiaffoni dall’Europa, incassa colpi bassi dalla propria maggioranza come i franchi tiratori sul primo via libera alla riforma del Senato, passata con un consenso largamente inferiore ai numeri sui quali il governo può contare sulla carta. E l’opposizione azzurra di Forza Italia viene in soccorso a Renzi, offrendogli quella sponda senza la quale il presidente del Consiglio non riuscirebbe a cantar vittoria a ogni pie’ sospinto.
Renzi ripete che non ha bisogno del soccorso azzurro. A suo dire, la maggioranza che lo sostiene – a trazione Pd-Ncd – è autosufficiente e serena. Le profferte berlusconiane gli fanno un baffo. Il governo può tranquillamente varare non tanto le riforme del Senato e della legge elettorale, quanto quelle del lavoro e delle varie semplificazioni economiche e amministrative, senza l’appoggio di Berlusconi nelle vesti di padre nobile e spalla insostituibile. Ma dalle parti di Forza Italia non ci sentono. Ormai non è più Renzi che invoca le riforme «bipartisan», bensì è il partito azzurro a ripetere ogni santo giorno che il premier deve accettare la sua agenda.
Ieri, sabato dopo Ferragosto, il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta l’ha detto per l’ennesima volta: «L’agenda Berlusconi è sul tavolo: riduzione fiscale, attacco al debito, superamento dello statuto dei lavoratori, riforma della giustizia. Ma non è un soccorso al governo: se Renzi accetterà le nostre idee, sarà lui ad accettare il nostro punto di vista», e non un cedimento di Berlusconi alla sinistra. E così le profferte azzurre sul fronte economico si susseguono incessanti nonostante l’apparente disinteresse del premier.
Perché tanta insistenza? Formalmente i motivi sono nobili, legati all’alta politica, alla responsabilità istituzionale ostentata dall’ex Cavaliere e dai suoi uomini. «La situazione è molto simile al 2011 – dice Brunetta a nome del capo – ma noi non ci comporteremo come la sinistra. Noi stiamo dalla parte degli italiani». Gli azzurri sottolineano le analogie tra la piovosa estate del 2014 con quella torrida di tre anni fa, con i cosiddetti «poteri forti» che scorrazzano sui mercati finanziari per colpire la nostra economia a colpi di spread, avvertimenti trasversali, lettere varie più o meno ultimative. Forza Italia non vuole fare come il Pd del 2011 che «cavalcò la crisi finanziaria dello spread e, applicando il principio del “tanto peggio tanto meglio”, rischiò di colare a picco l’Italia pur di eliminare Berlusconi».
Nonostante una certa diffidenza verso l’attivismo ferragostano del premier, che potrebbe preludere a un inizio mascherato di campagna elettorale, Brunetta definisce l’offerta azzurra «trasparente» (per evitare l’accusa di inciucio): meno fisco, taglio del debito pubblico, riscrittura dello statuto dei lavoratori, riforma della giustizia. Renzi non deve far altro che prendere almeno una parte del programma economico del centrodestra in vista di un autunno che, a differenza dell’estate, si preannuncia molto caldo.
Ma è tutta «responsabilità» quella che offrono Berlusconi, Brunetta & C? No, o almeno non solo. Il vero obiettivo non è enfatizzato ma molto chiaro. È l’ultimo dei punti elencati dal capogruppo azzurro: la riforma della giustizia. Intercettazioni, riduzione dei tempi, penali ai giudici che sbagliano: sembra questo il terreno di incontro tra gli interessi di chi governa e quelli di un’opposizione che non vuole assumersi il peso di una situazione economica in ulteriore degrado. Lo confermano le parole di Cinzia Bonfrisco, senatrice azzurra mandata spesso in avanscoperta: «Mi auguro che anche per la giustizia questa sia la volta buona, ma non senza Silvio Berlusconi e non senza Forza Italia», ha detto ieri.