Abbiamo chiesto a Nando Sanvito, giornalista di Sport Mediaset, un commento su cosa stia succedendo in casa Inter e quanti rischi Rafa Benitez abbia di essere esonerato nelle prossime settimane. Con alcuni interessanti retroscena.
Tempi duri per l’Inter e per Benitez. Finirà con un divorzio prematuro?
Dipende dalla flessibilità che dimostrerà nei prossimi giorni il tecnico spagnolo. Al momento non sembra predisposto ad essa.
In che senso?
Nel senso che ormai lui ha chiaro le critiche che la società gli rivolge e dove vuole che si cambi. Se non lo farà – e pare non lo stia facendo – sarà perché è convinto di avere ragione lui o perché ha deciso di farsi cacciare. Propendo però per la prima ipotesi.
Ma dove sta l’oggetto del contendere?
Secondo la società, lo staff medico e i giocatori alcuni metodi di allenamento favoriscono gli infortuni, per esempio gli esercizi di saliscendi sulla scala di legno, l’antivigilia delle gare o il lavoro di potenziamento muscolare in palestra il giorno stesso della partita. Benitez invece, pur minimizzandone la frequenza, difende la bontà di queste metodiche e sostiene che non incidono sulla statistica degli infortuni.
Ma non dovrebbero essere i risultati il primo metro di valutazione?
Va detto che pur con tutti gli handicap che conosciamo (immobilismo sul mercato estivo, squadra spremuta e scarica psicofisicamente dalla trionfale ma massacrante stagione precedente) Benitez aveva fatto per il primo quarto di campionato gli stessi punti del primo anno di Mourinho, che tra l’altro non doveva fare i conti con lo stress da post Mondiale. E se mercoledì vincerà, avrà fatto in Europa meglio del primo anno del portoghese, se pareggerà avrà fatto uguale. E’ chiaro però che dopo Genova la situazione è precipitata…
La questione del gioco?
Beh, Benitez ha tentato di far giocare meglio rispetto alla gestione del suo predecessore, ma gli infortuni a raffica hanno impedito l’evoluzione tattica della squadra, che è rimasta a metà del guado: non ha più il gioco di prima ma non ha neppure acquisito la nuova filosofia, è insicura.
C’è poi sempre il fantasma di Mourinho…
In queste condizioni neppure Mourinho avrebbe fatto miracoli, infatti avendo la vista lunga se n’è andato in tempo. Certo, Benitez qualche partita l’ha proprio sbagliata, vedi Londra, reattività nei cambi e fantasia inoltre forse non sono la sua dote migliore, ma la società ha le sue colpe: Maicon e Milito andavano venduti e con le risorse economiche incassate andava ringiovanita e rafforzata la rosa. Inoltre – e qui mi riferisco a Moratti – se in primavera hai cercato Guardiola e Capello e il tecnico che alla fine porti a casa è la quarta scelta (dietro persino Hiddink) e per di più la fai fare al tuo direttore tecnico, con un contratto biennale, mandi un chiaro segnale di provvisorietà (allenatore di transizione) a tutto l’ambiente. Con la conseguenza che ora persino Branca è entrato nel mirino del presidente…
Secondo te come va a finire?
E’ chiaro che il Mondiale per club è obbiettivo primario della stagione nerazzurra. Se per salvarlo, Moratti ritiene di dover dare una scossa alla vigilia, lo farà, puntando su un altro allenatore, sapendo tutti i rischi che corre poi sul resto della stagione. Auguro comunque a Benitez un colpo di reni per invertire la rotta e di avere un po’ più di fortuna di quella che ha avuto finora.
(Eugenio Monti)