La tensione, fra i corridoi di Palazzo Chigi, è palpabile: il Recovery fund, a detta di alcuni esponenti della maggioranza, non sarebbe nient’altro che il nuovo Mes, elaborato da Francia e Germania per mettere l’Italia spalle al muro e consentire al Governo di Bruxelles di mantenere i vincoli stringenti previsti nel precedente strumento politico. Come riferito in queste ultime ore da “Italia Oggi”, il timore che serpeggia in queste ore fra i nostri vertici amministrativi e, in particolare, fra gli esponenti della maggioranza parlamentare, con particolare riferimento al Movimento 5 Stelle, coincide con l’eventualità molto probabile che il Recovery fund sia un espediente atto a condizionare pesantemente le decisioni di politica interna degli Stati membri dell’Unione Europea, assoggettandoli così a decisioni e richieste di quest’ultima. Quali potrebbero essere le restrizioni per l’Italia? Il rischio concreto è che l’Europa chieda alla nostra nazione di adottare provvedimenti in materia di pensioni e mercato del lavoro.
IL RECOVERY FUND È IL NUOVO MES? SPUNTA IL “DOSSIER EUROPA”
Un punto di vista non condiviso all’unanimità. D’altro canto, pochi giorni fa Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, dichiarò: “La proposta di Francia e Germania sul Recovery fund è un passo avanti importante, così come la riflessione di Lagarde su un nuovo Patto di Stabilità. Gli europei si stanno muovendo nella giusta direzione. Ora continuiamo la battaglia per una nuova Ue della crescita, del lavoro e della giustizia sociale”. Sostanzialmente, una piena promozione per l’intuizione avuta da Emmanuel Macron e Angela Merkel, che hanno lavorato di comune accordo alla redazione di questo strumento. Tuttavia, alcuni membri del nostro Governo stanno prendendosi cura di quello che è già stato ribattezzato “dossier Europa” e non nascondono la loro preoccupazione a “Italia Oggi”: “Hanno fatto quello che si suol dire il gioco delle tre carte: ben sapendo che il Mes ormai è uno strumento politicamente ‘bruciato’ cioè che nessuno vorrà utilizzare, hanno deciso di spostare tutte le condizionalità sul Recovery fund, facendo così rientrare dalla finestra vincoli e requisiti che ormai sembravano usciti dalla porta”. Una testimonianza inquietante e uno scenario decisamente preoccupante per il futuro del nostro Paese, già zavorrato di per sé dalla crisi socio-economica figlia del Coronavirus.