“Qui vige da più di mezzo secolo la regola del non cambiare! Non per pigrizia o mancanza di fantasia, ma per tradizione, anzi per rispetto della tradizione, sia della cucina che del locale”: un frontespizio quantomai emblematico, quello che campeggia sulla seconda pagina del menù del ristorante Ciccarelli, che dal 1963 se ne sta lì, a Madonna di Dossobuono, frazione di Verona, raggiungibilissimo dalla tangenziale. Nel 2024, si può dire che questa scelta si è rivelata vincente: da sessant’anni, chi viene da Ciccarelli sa che mangerà quelle cose lì, sempre le stesse, con qualche aggiunta stagionale ogni tanto, ma coi pilastri della cucina sempre presenti. E questo anche dopo che, nel 2008, la famiglia Ciccarelli passò la mano a Renato Castioni, Cavaliere della Repubblica, appassionato e competente, ma soprattutto fermo nel proposito di non cambiare di una virgola.



Il locale è sempre quello: una sorta di casa colonica dal vasto parcheggio. All’interno, un dedalo di sale e salette semplici, molto calde, da trattoria. Nota di merito: i bagni, molto spaziosi e confortevoli, cosa che conviene non dimenticare.

Col tempo, i vecchi ed esperti camerieri sono stati sostituiti da nuove leve entusiaste, anch’esse a proprio agio col mestiere. In tavola, arriveranno i piatti della tradizione terricola veronese, senza rivisitazioni né trucchi, e presentati a prezzi onestissimi. Si parte da salumi coi sottaceti (11 euro), dalla soave gallina in saòr (bollita e marinata con cipolle, aceto, uva passa e pinoli) con tortino di polenta (10 euro), o dall’Antipasto Ciccarelli: polenta, Gorgonzola, soppressa veronese, pancetta arrotolata, fegatini di pollo (13 euro).



Di primo, la portata irrinunciabile è costituita dalle tagliatelline veronesi, quasi tagliolini, servite coi tre sughi (14 euro): vi portano la pasta non condita, con due ricci di burro in cima, e sta a voi guarnirla coi tre intingoli in salsiera, cioè pomodoro, ragù di carne e fegatini. In primavera, quand’è stagione, le salsiere diventano quattro, perché c’è anche quella dei piselli. Una meraviglia.

Un altro piatto veronese della memoria sono le stesse tagliatelle in brodo coi fegatini, le famose “paparele e figadini” (10 euro). Non manca comunque la pasta e fagioli (9 euro), e neanche i tortellini di carne fatti in casa, al brodo o al burro (14 euro).



Con l’arrivo delle pietanze, giunge al tavolo però il tesoro per cui tutti, ma proprio tutti vengono qui: il carrello coi bolliti e gli arrosti (25-26 euro). Tra i primi, il manzo, la gallina, il cotechino, la lingua e la meravigliosa testina. Tra i secondi, il prosciutto di Praga affumicato, la grassa e seducente punta di petto, la faraona e varie altre cose. Tutto viene tagliato di fronte a voi, secondo preferenza. In accompagnamento, un vasetto di salsa verde (si può anche comprare per portarla a casa), uno di cren e una grande ciotola di pearà, l’inimitabile salsa bruna di midollo di bue, pane, brodo e pepe, che vale il viaggio. Se si vuole, ci sono anche le verdure cotte per contorno (5 euro). La scelta è pressoché obbligata.

Un altro carrello arriva alla conclusione, ed è quello dei dolci (5 euro): cheese cake, torta di mele e uvette, dolce diplomatico, macedonia di fragole…

Breve e succinta lista dei vini, compilata però con scelte che lasciano soddisfatti. Si esce con il saluto cordiale di un proprietario davvero fanatico dell’ospitalità.

Il pagellone del Ristonauta

(voti dall’1 al 10)

Ciccarelli

Fraz. Madonna di Dossobuono

Via Mantovana, 171
Verona

Tel. 045953986

Chiuso domenica sera e lunedì (non in periodo di fiere)

Antipasti: 6,5

Primi: 7

Secondi: 8

Dessert: 7

Vini: 7

Location: 7

Servizio: 8

Toilette: 8

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