Di ristoranti a Napoli ce ne sono tanti. Per tutti i gusti e tutte le tasche. Da Dora, però, è diverso. Innanzitutto la location: un vicolo, anzi una sorta di budello dove transitano a fatica le macchine. Siamo in via Palasciano, una traversa della più famosa Riviera di Chiaia. Particolare interessante: qui visse la scrittrice Mary Shelley all’inizio dell’800 e la scelse come luogo di nascita di Victor Frankenstein, protagonista del suo noto romanzo Frankenstein. Nulla di mostruoso però… Anzi, se volete gustare un ottimo pesce preparato con cura, qui è il posto giusto.
Da Dora si trova verso la fine del vicolo. Cinque tavoli fuori e una quarantina di coperti dentro. L’arredamento è tipicamente marinaro: reti, timoni, vascelli. Alle pareti le fotografie di personaggi famosi che sono passati dal ristorante: Marcello Mastroianni, Giorgio Armani, Luca di Montezemolo, Isabella Rossellini, Giancarlo Giannini, Vincenzo Di Costa e altri ancora.
La sua storia è semplice come il locale. Siamo nel 1973: Giovanni e sua moglie Dora, nati entrambi da famiglie di pescatori, abbandonano un piccolo chiosco sull’Arenile di Mergellina per fondare il Da Dora alla Chiaia. Passano poi le redini del locale al figlio Renato che lo porta avanti insieme a Pina.
Cucina di mare dunque, con prodotti freschissimi. Il menu è tutto su una paginetta e non lascia spazio a dubbi o perplessità. Qui siamo al trionfo di Poseidone senza se e senza ma. Da provare certamente L’Insalata di mare (30 euro) con scampi, gambero, calamaro, frutti di mare e rucola e volendo, sempre a 30 euro, c’è il Crudo di crostacei con scampi, gamberi e calamaro, ostriche, taratufi. Ottimo il Soutè di vongole (22 euro). Sui Frutti di mare crudi (20 euro), con ostriche e taratufi, Da Dora ci mettono la firma, come pure sulla Fantasia di tartare (24 euro).
Passiamo ai primi. Assolutamente da provare le Linguine della Dora (25 euro) con scampi, gamberoni, calamari, un quarto di astice e vongole. Piatto ricco mi ci ficco. Anche i Mezzanelli a modo nostro (22 euro), ziti corti spezzati a mano con scampi, gamberi, calamaro, frutti di mare, spernocchie, sono da considerare.
I secondi. “Ah i secondi”: direbbe il compianto Maurizio Mosca, giornalista sportivo ma anche ottima forchetta. Non si può uscire da Dora senza aver assaggiato la Pezzogna alla brace (1 Kg 85 euro). Occhino, besugo, pizzogna, mupu, rovello, occhialone: sono tantissimi i nomi locali con cui è conosciuta. Si tratta di un pesce pregiato tipico del Mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico. Conosciuto fra i pescatori come pagello minore, la pezzogna è un pesce dalle carni delicatissime eppure molto saporite. A dire il vero ho assaggiato anche un Dentice alla brace con un filo d’olio e limone, direi delicatissimo e buonissimo. Non ricordo quanto ho pagato. Da segnalare anche la Cassuola (28/30 euro), specie di zuppa di pesce. Le varie fritture (20/22 euro) sono poi molto curate. Lontane anni luce da quelle classiche che si trovano spesso nei ristoranti, unte e bisunte.
Arrivati a questo punto il dolce della casa (5 euro) è veramente superfluo.
Sui vini c’è un’ottima scelta. La Falanghina dei Macchiarano (20 euro) oppure di Via del campo Quintodecimo (65 euro). Greco di tufo di Matrobernardino (22 euro) e un Fiano di Avellino sempre di Mastrobernardino (22 euro). Ho voluto rimanere in Campania, ma si possono trovare ottimi vini di altre regioni italiane.
Che dire di più? Nelle recensioni qualcuno si lamenta del prezzo dei piatti: troppo cari. Venite a Milano in un ristorante di pesce e poi ne parliamo…
Il pagellone del Ristonauta
(voti dall’1 al 10)
Da Dora
Via F. Palasciano 30
Napoli
Chiuso il lunedì
Antipasti: 8
Primi: 8
Secondi: 9
Dessert: 6 1/2
Vini: 6/7
Location: 7
Servizio: 8
Toilette: 6 1/2
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