Che bello trovare un piatto che è classico tra i classici in un locale che fa della modernità la sua bandiera. A Milano, tra i grattacieli del nuovo distretto Gae Aulenti, scoprirete la possibilità di gustare una versione pressoché perfetta del filetto alla Rossini, che merita il viaggio. Tanto vi accadrà se vi fermate da Al Mercato, un posto che cominciò con gli hamburger in una viuzza del centro e che ora, da tempo, sta nelle stanze sopraelevate della piazzetta Alvar Aalto, anche se l’indirizzo ufficiale è viale Liberazione.
Milano, si sa, è internazionale, e seduti a questi tavoli respirerete un clima internazionale: la responsabile di sala è brasiliana, i camerieri vengono da tutto il mondo e sono cerimoniosi senza essere stucchevoli. Le vetrate si aprono sullo scenario dei grattacieli di vetro e acciaio, e dal vostro tavolo, apparecchiato con molta semplicità, godrete il panorama della Milano di oggi, che può piacere o non piacere, ma che difficilmente lascia indifferenti.
Al Mercato, anche in questo ambiente, fa fede alla formula che ne consacrò il successo anni fa: carne e carne, tutta buona e gustosa, curata tanto nella scelta della materia prima quanto nelle preparazioni, che vanno da ingannevolmente semplici cotture alla brace a elaborate alchimie che sfruttano ingredienti non troppo comuni.
La carta dei vini, per scelta, non è esageratamente ampia, visto anche il tipo di locale, che fa pensare a una braceria degli Stati Uniti: pure, troverete di che divertirvi anche lì, con anche la possibilità di optare per qualche bottiglia dal Nuovo Mondo.
In cucina, i primi piatti sono completamente aboliti, e pertanto esclusi dal nostro pagellone. Alla maniera americana, avrete antipasti e poi grandi piatti di carne, con qualche divagazione di pesce.
Per esempio, i cannoli di picanha (codone di manzo) cotti a bassa temperatura, farciti di salsa tonnata e arricchiti di polvere d’oliva taggiasca, capperi fritti e foglioline di una cosetta che si chiama “katsuobushi”, ossia tonnetto secco affettato in un modo che fa pensare alla bottarga (18 euro). In sintesi: una rivisitazione inedita del vitello tonnato. Oppure, la tartara di lussuosissimo manzo wagyu con caviale, melissa e uovo di quaglia (28 euro).
A seguire, i piattoni forti. Se siete almeno in due, potete optare per i bistecconi della selezione Phenomena (da 95 a 135 euro), che sono molto marezzati, ossia contengono striature di grasso che rendono la carne morbidissima. Se no, solitari ed egoisti hanno tutta una serie di opzioni che non li lasceranno a bocca asciutta. Ci sono gli hamburger, che per primi fecero la fama del locale. Ma poi, ci sono altre bistecche e tagli: ancora la picanha (28 euro); il filetto al pepe verde, previamente marinato nel grasso d’anatra (42 euro); la coppa di maialino nero dei monti Nebrodi (28 euro).
E c’è un capitolo coi piatti “che incarnano la nostra essenza” (così il menù). Tra essi, il tournedos alla Rossini, che costa da solo 68 euro ma che li vale, oh se li vale: tournedos di manzo cotto a piacere, servito su uno zoccolo di pan brioche, sormontato da una scaloppa di foie gras d’anatra fatto in casa e irrorato di salsa al vino e tartufi neri. Un capolavoro del gusto, il piatto da non perdere, quasi da isola deserta, da provare una volta nella vita. Un altro piatto “iconico” (è sempre il menù che parla) sono le animelle alla brace con cicoria, purè di favette e salsa bordolese (40 euro): dategli una possibilità. Di contorno, numerose scelte, tra cui le patate ratte francesi alla brace con olio e salvia. Per dessert, il cremoso di cioccolato con cuore di pistacchio (9 euro).
Il pagellone del Ristonauta
(voti dall’1 al 10)
Al Mercato
Viale della Liberazione, 15
Milano
Aperto tutti i giorni
Antipasti: 8
Primi: ND
Secondi: 9
Dessert: 7
Vini: 7,5
Location: 7
Servizio: 7,5
Toilette: 7,5
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