Tenetevi buono questo suggerimento. Siamo stati qui poco prima della chiusura estiva, nel luglio scorso, ma questi ragazzi ci sanno fare in tutte le stagioni. Sottobosco è un indirizzo giovanile e giovanilista, superficialmente simile a tanti altri che negli ultimi cinque anni hanno aperto a Milano, ma in realtà in possesso di qualità tutte sue.



Si trova nella parte storica del quartiere Corvetto, quasi a fianco della chiesa di San Luigi Gonzaga, un edificio che spicca per le sue forme neoclassiche, una curiosa persistenza del tardo Ottocento di un’architettura che faceva faville anni prima: il campanile con la cella campanaria a tempietto è senz’altro tra i più singolari in città. La piazza della chiesa è stata sistemata e pedonalizzata, e nelle sere d’estate diventa un ritrovo per un’umanità varia e allegra. Lì a fianco, c’è questo Sottobosco, che nasce nelle due vetrine di quelle che un tempo era una macelleria. Il locale è piccolino, i pochi tavoli esterni che ci sono nella bella stagione non fanno miracoli, ed è meglio così: pochi posti, molta cura. Per questo, è assolutamente consigliabile prenotare. “Ristoro di quartiere”, si definiscono: e l’atmosfera del locale di Giorgio Raffaghelli e Lorenza De Rossi è esattamente quella.



Si mangia una cucina da nobile trattoria: preparazioni semplici, sapori netti e definiti, con un occhio alla tradizione di Milano. Il menù si suddivide in antipasti, pasta, piatti “Quinto Quarto”, pietanze “Dal cortile”, contorni e dolci. Poi, c’è la lavagna dei “fuori menù”, che a volte è ricca quanto il menù stesso.

Una specialità della casa è l’antipasto per due (11 euro a cranio), che contempla salumi e varie altre cose. Poi, ci sono i mondeghili alla milanese (10 euro), e poi la selezione di paté e terrine fatte in casa (16 euro), tra le quali una, magnifica, realizzata con la coda di bue.



Di primo, fuori dai capitoli del menù c’è il “Risott Giald”, il risotto alla milanese (14 euro), inossidabile in tutte le stagioni, con tanto di osso ripieno del suo midollo. Una pasta ottima sono i rigatoni (in realtà tortiglioni, ma non ci formalizziamo) con fave, guanciale e pecorino (12 euro), semplici e popolari. Se no, le tagliatelle al ragù (12 euro), oppure un fuori menù che quella sera era risotto con asparagi e pecorino (16 euro).

Si prosegue con altre tentazioni. Assolutamente da non perdere sono le cervella alla milanese (18 euro), dorate e asciutte, ricchissime di morbidezza e gusto: uno spettacolo. Accompagnatela con le speciali patate prima infornate e poi fritte (5 euro), nulla a che vedere con le surgelate. Dal Quinto Quarto, ecco anche la lingua salmistrata in salsa verde (18 euro). Altro? Il vitello tonnato (18 euro). Le puntine di maiale alla senape (18 euro). La testa di maialino arrostita (16 euro). La coscia d’anatra cotta a bassa temperatura (20 euro). Come potete vedere, una cucina rustica, coi piedi ben piantati per terra, alla ricerca di sapori ancestrali che negli scorsi decenni erano quasi scomparsi, ritenuti non abbastanza raffinati, roba da vecchio zio: e oggi sono tornati alla grande, per la gioia di chi ragiona con cervello e papille, e non coi pregiudizi.

Attenzione, per finire, ai dolci: il bonèt alla piemontese è a prova di bomba. Curato è pure l’aspetto vinicolo, con una lista breve ma esaustiva, che fa rotazione di bottiglie non troppo facili da trovare. Un solo appunto, il pane non ci è sembrato all’altezza del resto: è molto milanese, ma un bel pane come si usa adesso, a pasta madre, sarebbe ideale complemento di una cucina tanto capace di imporsi con la sua forza.

Il Pagellone del Ristonauta

(voti dall’1 al 10)

Sottobosco

P.zza San Luigi, 5

Milano

Chiuso domenica e lunedì

Antipasti: 7

Primi: 7

Secondi: 8

Dessert: 7

Vini: 7

Location: 7

Servizio: 7,5

Toilette: 6,5

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