Il tortellino vero ha la sua patria solo in Bologna? Può darsi. Fatto sta che a Valeggio sul Mincio (Verona), fin da epoca immemorabile, si fa la pasta ripiena. E pensate un po’, i valeggini la chiamano da sempre tortellino, facendone risalire le origini al 1300. Come sempre, la verità assoluta su questa e altre storie non si saprà mai. La certezza è che oggi, nel 2024, il tortellino di Valeggio è una delle meraviglie meno conosciute della gastronomia italiana. Ed è una bella molla per l’indotto economico locale: in paese ci sono molti più ristoranti di quanto ci si aspetterebbe di trovare in una cittadina tutto sommato piccola.



Uno dei più noti e apprezzati è Alla Borsa, una vera istituzione. Poco tempo fa è mancato Alceste Pasquali, il capostipite: a 88 anni, stava sempre alla cassa, vestito in giacca, austero e servizievole, al suo posto fin dal 1959. Oggi, prosegue la tradizione la figlia Nadia, sempre aiutata dall’inossidabile mamma Albina, che dalla cucina esce in sala a servire i tortellini in brodo.



Il tortellino è il totem della Borsa, senza tema di smentita. Tuttavia, non si vive solo di ravioli: ci vogliono anche antipasti, pietanze e dolci, e qui ci sono. Il tutto, in un ambiente di grandi e accoglienti sale, con bellissimi bicchieri da acqua colorati, e i calici da vino giusti. Proprio i vini, presenti in non ampia ma meditata scelta, sono appannaggio di un giovane ragazzo competentissimo, uno dei tanti rappresentanti di una brigata di sala che, per esempio, nelle serate che coincidono col non distante Vinitaly non perde un colpo, malgrado la grandissima affluenza.

Quanto al cibo, ciò che fa da corona ai tortellini è altrettanto interessante: per esempio, il Mosaico (22 euro), che poi sarebbe un antipasto misto di salumi e giardiniera. Non erano presenti la sera della nostra visita le olive all’ascolana, che possono sembrare un corpo estraneo, ma in realtà sono fatte in casa, con il ripieno dei tortellini.



Ed eccoli qua, i tortellini, anzi i Nidi d’Amore (15,50 euro), nella loro tipicità: sfoglia tanto sottile da sembrare impalpabile, ad avvolgere un ripieno di manzo, maiale, pollo e Bardolino. Sono conditi con burro e salvia, qui questa è la tradizione. Esiste anche la versione in brodo (15,50 euro), servita direttamente da Albina con la zuppiera di porcellana. Ma sono ottime anche le altre paste: i tortelli verdi di ricotta e spinaci, e quelli di zucca (15,50 euro, entrambi). Oppure, le fettuccine col ragù rosso nella ricetta del 1965, o col ragù bianco, definito “primaverile” (tutte 16,50 euro).

Più semplici i secondi: il capretto al forno (23 euro), il puledro alla griglia (25 euro), il piatto del giorno, che nel nostro caso era una succosa faraona (21 euro).

Chiusura coi buoni dolci (tutti a 6,50 euro): semifreddo all’amaretto, panna cotta coi frutti di bosco, gelato con le uvette sotto spirito. Ci si sente a casa, in famiglia.

Il pagellone del Ristonauta

(voti da 1 a 10)

Alla Borsa

Via Goito, 2

Valeggio sul Mincio (VR)

Chiuso domenica sera e lunedì (non in periodo di fiera)

Antipasti: 7

Primi: 8

Secondi: 7

Dessert: 6,5

Vini: 7

Location: 7

Servizio: 8

Toilette: 7

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