Pini, funghi e sportivi nerazzurri: ecco le cose che potrete trovare nella pineta di Appiano Gentile (Como), uno dei più vasti e affascinanti polmoni verdi della Lombardia. Si può ben capire come mai l’Inter decise di stabilire qui il suo centro di allenamento, che il patron Suning ha dedicato ad Angelo Moratti: un posto tranquillo, verde, riposante, e lontano da occhi indiscreti. A dire il vero, comunque, ci sono anche altri motivi per venire da queste parti, e non solo in estate e in primavera. Per esempio: qui c’è un ristorante che da oltre cinquant’anni si pone come riferimento di solidità gastronomica e fantasia.



Quasi al centro della pineta, difatti, Benito Tarantola fondò la trattoria che porta il nome della sua famiglia, ed esiste tuttora, sotto la guida di Vittorio Tarantola, un signore che si offrirà di risolvere qualunque problema possiate avere quando arriviate a casa sua. Perché di casa si tratta.

Da un lato c’è il bar ove sorseggiare lo spumante. In mezzo, il grande e comodo guardaroba. A destra, le sale. Quella maggiore è dominata da una rossa Moto Guzzi d’epoca, una gigantesca bilancia Lario, un’affettatrice rossa Lario Sharpblade Curioni, nonché da un bellissimo caminetto. Più avanti, una veranda con la stufa vi consentirà di mangiare con la vista sugli alberi, in un’atmosfera da casetta di caccia.



Capirete che qui nulla è lasciato al caso, e che vi trovate in uno di quei posti che hanno mantenuto il legame con un’ospitalità generosa e mai ostentata.

La cucina è favorevole a una linea devota alla tradizione rivisitata, con qualche assaggio di pesce, e innaffiata da una cantina che mescola le proposte del mese a una vera enciclopedia del meglio della Penisola.

Per partire, fatevi accarezzare il palato dalla morbidezza dell’uovo morbido con crumble al grano saraceno, puntarelle, pastinaca (una specie di parente più saporita della carota) e nuvola di patate (24 euro). La tentazione arriva anche dalla terrina di foie gras con pan brioche, composta di pere alla cannella e riduzione al Moscato (24 euro).



Di primo piatto, qui si mangia il risotto, che cambia secondo stagione: per esempio, quello mantecato con crema di cavolo rosso, caprino, mango e zenzero (25 euro). Oppure, si entra a gamba tesa con una personale rivisitazione del pizzocchero, che abbiamo gustato qui nell’inverno del 2023: pappardelle di grano saraceno (una diversa dall’altra) con spuma di patate, fonduta di Casera, verza croccante e una spruzzata di Pesteda di Grosio, ossia il trito di sale, aglio ed erbe montane dell’alta Valtellina (22 euro). Eccezionale, così come i ravioli ripieni di ossobuco, consommé allo zafferano, anice e dragoncello (25 euro).

Vi siete stufati del ganascino di vitello in umido, buonissimo ma fin troppo frequente? Qui, sempre l’anno scorso, trovammo il “reale alla reale” (28 euro): ossia il più tenace taglio del reale di manzo, usato dalla cucina povera e cotto come uno stufato, accompagnato da un purè di topinambur che ci va a nozze. Ma potreste appagarvi anche con la costoletta alla milanese (30 euro); con la costoletta di cervo al vino rosso con crema di zucca, verze e broccoli (38 euro); col galletto ruspante servito con salsa al tartufo nero, crema di cavolfiori arrosto e biscotto alle nocciole (28 euro).

Un peccato non provare i dolci: cannoncini alla crema (10 euro); cuore di zuppa inglese (12 euro); mela caramellata con gelato al pan di spezie e vin brulé (12 euro).

Il Pagellone del Ristonauta

(voti da 1 a 10)

Tarantola

Via della Resistenza, 29

Appiano Gentile (CO)

Chiuso lunedì e martedì

Antipasti: 7,5

Primi: 8

Secondi: 8

Dessert: 8

Vini: 9

Location: 8

Servizio: 9

Toilette: 8

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