Si poteva vincere, ma onestamente bisogna ammettere che si poteva anche perdere. E questa è una lezione che la Juventus deve tenere bene a mente. Che la strada del campionato e della rinascita sarà lunga e difficile, a confermarlo è proprio la partita con il Catania. In Serie A, soprattutto in trasferta, nessuno regala niente e bravi allenatori capaci di preparare la partita a puntino ce ne sono molti. Montella è uno di questi: tanto era peperino ed elettrico in campo, quanto oggi si dimostra lucido, riflessivo e tranquillo in panchina. Pressing alto, marcatura asfissiante su Pirlo, due esterni rapidi, tanta corsa e generosità sono le armi che già abbiamo visto messe in campo da Siena e Bologna. In questo caso, poi, la Juventus ci ha messo un tempo per prendere le contromisure. Nei primi 45 minuti, infatti, troppa frenesia, poca lucidità e troppi lanci lunghi a scavalcare il centrocampo. Difetti che Conte dovrà correggere al più presto, proprio perché sono limiti superabili. E fino al mercato di riparazione, a gennaio, l’allenatore salentino dovrà convivere – trovando antidoti tattici efficaci – con i due difetti “strutturali” della Juventus 2011-2012: un centrale capace di guidare la difesa e una corsia sinistra che non ha (ancora) interpreti all’altezza.

Chiellini, infatti, sembra avvicinarsi pericolosamente allo stato confusionale che ha caratterizzato la sua stagione ai tempi di Del Neri. Ha smarrito quella prepotente sicurezza che ne aveva caratterizzato la trasformazione da laterale sinistro a centrale negli anni di Ranieri: due campionati che lo avevano portato anche a vestire la maglia azzurra. Dall’anno scorso – un po’ per la preoccupante presenza al suo fianco di un Bonucci sopravvalutato dalla critica e dalla dirigenza juventina, un po’ per la mancata copertura garantita dai terzini – il “Chiello” non sembra più quello: cerca troppo il contatto con l’attaccante avversario (dimenticandosi che il primo compito di un difensore è… difendere); nell’impostazione risulta ancora lento e impacciato; si lascia andare ad amnesie e movimenti verso l’area che possono diventare pericolosi, se non fatali alla squadra: e con il Catania è successo ben due volte. Speriamo che l’acquisto del brasiliano Rhodolfo e il possibile scambio Bonucci-Bruno Alves regalino alla Juventus, dal calciomercato di gennaio, una coppia di difensori centrali da affiancare a Barzagli, convincendo così Conte a spostare Chiellini sull’out sinistro.

Anche contro il Catania la fascia sinistra è stata la porzione di campo dove la Juve ha sofferto di più. Grosso paga la ruggine di una lunga assenza e di una carriera che ha toccato il suo culmine con il Mondiale 2006: oggi lo sostiene soprattutto l’esperienza, ma ieri ha finito la partita in debito d’ossigeno. De Ceglie è ancora troppo acerbo. Elia, invece, era al suo debutto stagionale: come Giaccherini, ha pagato l’emozione e in più ha pagato la disabitudine alle marcature molto strette del campionato italiano. Da rivedere, anche se qualche tocco (splendido il lancio a smarcare Marchisio davanti al portiere Andujar nel primo tempo) e qualche raddoppio difensivo lasciano comunque ben sperare. Per fortuna, nel secondo tempo è entrato Pepe: è in grande forma e sembra il più pronto a mettere in pratica i dettami di Conte.

Sull’altra fascia, Licht questa volta è stato al di sotto delle aspettative, mentre Krasic, pur continuando a essere discontinuo, ha cominciato a far capire quanto può essere utile e devastante con gli schemi di Conte. Speriamo che il gol lo abbia sbloccato e che si ricordi che il calcio è un gioco di squadra: dopo aver fatto 70 metri di corsa, anziché tirare con il piede sbagliato era più opportuno servire Pepe o Matri, liberi da marcature, meglio piazzati e più freschi al momento della conclusione a rete.

A proposito di Matri: qui Conte deve proprio intervenire, perché un centravanti che ricorda Trezeguet nelle movenze e nella capacità di vedere la porta non può continuare a giocare spesso, se non solo, spalle alla porta. E’ urgente intervenire, mettendolo nelle condizioni di trovarsi “di fronte” al portiere avversario.

Interessante il modulo a centrocampo con Marchisio e Vidal, anche se il cileno non ha brillato e si è pure mangiato il possibile gol della vittoria (su di lui è stato però commesso un fallo che meritava almeno il calcio a due in area del Catania). Se Pirlo verrà messo nella condizione di non essere pressato in fase di impostazione, i due incursori di centrocampo potrebbero essere un’arma a sorpresa in più nelle mani di Conte. Comunque, al di là del risultato che lascia un po’ di amaro in bocca, il carattere, la capacità di reazione, la forza morale della squadra sono già un piccolo tesoretto. E domenica prossima contro il Milan bisognerà passare all’incasso, capitalizzando un buon gruzzolo di vantaggio su una delle pretendenti più qualificate allo scudetto