Giocando in casa della Lazio, la Juventus incenerisce la squadra di Petkovic: con un perentorio 4-0 l’armata di Conte si porta a casa la sesta Supercoppa italiana e ricomincia da dove ce la ricordavamo: bella, potente, solida, spietata, vincente, convincente. Cancellata d’un colpo (anzi, calando un poker di colpi a effetto, firmati Pogba, Chiellini, Lichtsteiner e Tevez) quelle immagini mosce, traballanti, quasi ingessate che i bianconeri avevano lasciato nell’ultima partita dello scorso campionato (persa contro la Samp) e nelle amichevoli della tournèe americana di questa estate (zero vittorie e pareggi scialbi).

Ma gli uomini veri, i calciatori veri, i campioni si vedono nelle partite che contano, dove – come dice Conte – “non c’è domani, ma solo oggi”, perché la partita è secca: vinci o perdi, tertium non datur.

Conte sa di non aver smarrito la sua truppa e il Dna da combattimento che la contraddistingue: non a caso schiera per nove undicesimi la squadra che ha vinto il primo scudetto, quella cannibalesca, affamata di bel gioco e di vittorie,  spumeggiante e sfrontata. In più conferma Asamoah (bella sorpresa, nel ruolo di esterno sinistro, della prima parte dello scorso campionato) e inserisce Tevez, il top player arrivato a luglio. Per ora Llorente (che paga l’anno di assenza dai campi di gioco impostogli dalla presidenza del Bilbao per aver tradito l’Atletico a favore della Juve) e Ogbonna (in prospettiva, un top player per la difesa) restano in panchina. Così come Pogba, il quarto titolare di un centrocampo a tre che ormai si ritrova a memoria. Ma il francese trova spazio dopo 20 minuti, perché Marchisio, dopo una serie di contrasti duri, è costretto a uscire dal campo (e gli accertamenti evidenziano una lesione del legamento collaterale mediale, con stop di 30-35 giorni: peccato, è l’unica nota stonata di una serata da prima della Scala con ovazione finale). 

L’inizio della Juve è così così, come se la squadra dovesse togliuersi un po’ di ruggine e di ammaccatture accumulate con la dura preparazione pre-campionato. Poi c’è il lampo di Pogba, che segna il gol del vantaggio dopo incursione vincente di Lichtsteiner. Da quel momento la Lazio prova a produrre il massimo sforzo per recuperare, ma ottiene solo un tiro dalla distanza di Radu che Buffon smanaccia in angolo con il suo guantone. Si va al riposo con l’impressione che i biancazzurri siano più in partita dei bianconeri. Già, ma è solo un’impressione. L’inizio del secondo tempo…

Per i laziali è un incubo: un contropiede “coast to coast” formato Nba lancia, in soli tre tocchi, Lichtsteiner sulla fascia, seguito in parallelo da un arrembante Chiellini che arriva a tu per tu davanti a Marchetti infilzandolo con un rasoterra di destro (non certo il suo piede preferito…). Due a zero. Passano una manciata di secondi e ancora il Licht affonda nella difesa biancazzurra come il coltello nel burro: un tocco felpato di Vucinic e un velo magistrale di Tevez gli aprono una prateria davanti al povero Marchetti, che non può far altro che vedere il pallone finire lemme lemme nel sacco. Tre a zero. Juve sazia e soddisfatta? Macchè: l’ennesima, ravvicinata e letale percussione sulla fascia destra consente a Lichtsteiner (sempre lui: quando si dice il male che possono farti gli ex…) di tirare una sassata che Marchetti respinge a fatica sulla testa di Pogba, che prova a ribadire in rete, ma ancora Marchetti rintuzza. E qui il giovane centrocampista bianconero, con un tocco morbido, offre a Tevez l’occasione per un tiro che ricorda quello di Rivera contro la Germania nel famoso 4-3 di Messico ’70: pallone da una parte e portiere spiazzato dall’altra. Quattro a zero, e… pratica praticamente chiusa. Ma non per Conte, che continua a sbracciarsi, a richiamare i suoi, a tenerli sulla corda, corti, concentrati, aggressivi. E le statistiche lo confermano: 55% a 45% i dati del possesso palla, sette a sei i tiri in porta a favore dei bianconeri, 89% di pericolosità degli uomini di Conte, che pure attaccano di più la porta (52% contro il 49% della Lazio). Ecco il segreto della Juve: neanche sul 4-0 si può stare tranquilli…