Il santone Kadir che nell’ultimo periodo ha sconvolto la quiete del piccolo paese di Miggiano è stato intervistato dalla trasmissione Pomeriggio 5 per commentare le recentissime notizie che l’hanno portato agli albori della cronaca: pare – infatti – che abbia costretto i suoi proseliti a digiunare per lunghi periodo di tempo facendoli vivere senza acqua, corrente e gas, spingendo anche una di loro (Marika, presente a sua volta in trasmissione) a girare nuda per il paesino per dimostrare la sua fede al Signore; dicendosi – peraltro – un discendente diretto di Giacobbe dal quale discenderebbe lo stesso Gesù cristo.
Partendo proprio dalle accuse mosse a sua carico, il santone Kadir ci tiene a mettere immediatamente in chiaro che “è tutto falso” perché nell’abitazione con i suoi unici due discepoli “abbiamo acqua, luce e gas” sottolineando che “chi è entrato può confermarlo” ma precisando che “non posso farvelo vedere davanti alle telecamere; così come spiega anche che “io non impongo nessuna regola oltre ad obbedire alla parola di Cristo scritta nei Vangeli” e che sarebbe alla base stessa del far girare nuda la proselita “messa alla prova [per] dimostrare la sua fede”.
I discepoli del santone Kadir: “Non siamo stati plagiati ma abbiamo scelto di seguire la strada di Cristo”
Parlando della sua figura (quasi) mistica, il santone Kadir precisa – sempre a Pomeriggio 5 – che “io sono uno dei 144mila eletti” in virtù di una presunta “vicinanza a Giacobbe” che gli sarebbe stata rivelata da “una voce possente e potente [che] mi ha parlato” poco prima che “lo Spirito entrasse in me” per fargli “vedere tutte le cose che non sapevo”: la sua missione su questa terra sarebbe quella di fare “la volontà del Figlio” prendendo sulle sue spalle “il peso di chi non ce la fa a percorrere la strada della croce”, senza nessuna volontà di “fondare una Chiesa o un culto”.
Presente in trasmissione anche la stessa discepola del santone Kadir che ha camminato nuda in pubblico che – intervistata – ha spiegato che “è stata una prova di fede a Dio e non a Kadir” che ha affrontato “senza vergogna”: dal conto suo ci tiene a chiarire che “ho scelto di credere alla verità, al Vangelo e a colui che è stato mandato da Dio”, senza che nessuno l’abbia “plagiata” in alcun modo; così come l’altri discepolo – Luigi – spiega che nel santone Kadir vede “una guida, un fratello e un amico con cui condividere la strada di Cristo”.