Il Simpatizzante, serie tv visibile su Sky Atlantic e sulla piattaforma Sky Go è giunta al termine. È interessante perché non è la solita storia sulla guerra in Vietnam, è il percorso personale con tutte le vicende umane de Il Capitano: la gioventù, dubbi, coscienza, amori, violenza, tradimenti, dualismo, i fantasmi.



Vi è una critica storica all’imperialismo americano, ma soprattutto emergono le nefandezze del regime comunista.

Nel sesto episodio, viene posta in un confronto serrato al Capitano la domanda:

C’è qualcosa che valga di più del nostro motto “Niente vale di più di indipendenza e libertà”?

Il Capitano non coglie dove l’altro voglia arrivare, ma guardando il volto tumefatto, addolorato e piangente dell’interlocutore la risposta è: Niente!



Tutto quello che ha vissuto per l’ideologia è un niente.

Niente (non a caso) a che vedere con la testimonianza del Cardinale Francois Xavier Nguyen Van Thuan detenuto per tredici anni (nove in isolamento) nelle prigioni viet cong, dichiarato venerabile dalla Congregazione delle cause dei Santi nel 2017. Da leggere il libro di Teresa Gutierrez Cabiedes, Van Thuan. Libero tra le sbarre (2018 – Città Nuova)

Vi rimando all’articolo di presentazione con la sinossi delle prime tre puntate de Il Simpatizzante.

Anche questi ultimi episodi sono costellati dal suo racconto in una prigione vietnamita in cui rende conto della sua missione di spia a un ideologico e ottuso comandante comunista.



Episodio 4

È un film nel film. Il Capitano viene ingaggiato come consulente dal regista Nicos Damianos (Robert Downey Jr.) per la realizzazione di un film sul Vietnam. Il Capitano vorrebbe far emergere le condizioni del popolo vietnamita, ma invece Damianos incentra la sceneggiatura sui valorosi Marines. Ne nasce uno scontro e un incidente (probabilmente voluto) in cui la spia rimane gravemente ferito. Raschierà un pacco di dollari in contanti alla casa produttrice. Grandissimo Robert Downey Jr., estroso, creativo, iroso, umorale. Rispecchia un po’ il volto vero dell’uomo nelle sue passate vicende personali.

Episodio 5

Il Generale sta organizzando una missione per rientrare in Vietnam e sovvertire il regime comunista. Il Capitano continua nella sua trafila di doppiogiochista e al contempo tornano i ricordi della sua vita giovanile, del suo essere un figlio bastardo. Anche le vicende affettive s’ingarbugliano con un due di picche da parte della figlia del Generale e così anche la giapponese con cui aveva una relazione, sostituito da un giornalista vietnamita ormai americanizzato.

Episodio 6

Il Capitano, cosciente dell’inconsistenza della missione farà di tutto per sabotarla, rivelando i nomi dei finanziatori (CIA, deputato ex berretto verde e azienda produttrice di napalm) al giornalista vietnamita. Scopre che il suo amico di sangue Bon vi parteciperà e… (non spoilero).

Si aggrega al drappello di uomini in ricognizione, ma appena entrati in Vietnam dalla Thailandia vengono scoperti. Solo lui e Bon rimangono in vita e rinchiusi in un campo di rieducazione. Il Capitano chiede udienza al comandante raccontando la sua storia e questi lo obbliga a scrivere un memorandum.

Episodio 7

Si scopre che Il Capitano è da un anno al gabbio e continua a riscrivere la sua storia con confronti serrati con il comandante, finché non interverrà Il Commissario supremo…

Ho ridotto la trama di questa puntata all’osso, tutta da vedere, con un finale che può sembrare amaro (rif. all’inizio del pezzo), colma di colpi di scena e una conclusione inaspettata.

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