Il Sole sembra essere sempre più vicino al picco della sua attività geomagnetica, con centinaia e centinaia di macchie solari che sono comparse nell’arco di 24 ore e un ciclo solare che sembra star raggiungendo picchi che non erano stati previsti neppure più importanti luminari astrofisici: la fase in cui ci troviamo è iniziata nel 2019 e il suo picco era stato inizialmente previsto per il prossimo anno; ma dai dati raccolti negli ultimi giorni sembra che si possa raggiungere già alla fine del 2024, oppure (al più) nei primissimi mesi dell’anno nuovo.
Per capire cosa sta succedendo al Sole è importante fare un passetto indietro per ricordare – innanzitutto e imprescindibilmente – che tutto ciò che sappiamo sulla stella che illumina il nostro Sistema planetario si deve ad osservazioni fatte dalla Terra senza (per ovvie ragioni) alcun dato raccolto in sito che possa confermare le numerose ipotesi degli esperti; mentre il secondo punto da chiarire riguarda la natura dei cicli solari a cui ci riferivamo poche righe fa.
Il ciclo solare – secondo i dati raccolti fino ad ora – si verifica in medi ogni 10 o 11 anni ci rotazione terrestre ed è caratterizzato da un’attività geomagnetica altalenante: l’oscillare sei campi elettromagnetici fa sì che in alcuni punti della luminosa stella si creino le cosiddette macchie solari che altro non sono se non delle aree in cui la temperatura del sole cala di circa 2mila gradi rispetto alla media di 5mila e 700.
Il Sole vicino al picco della sua attività: cosa sono le macchie solari e quali rischi comportano
Durante i suoi cicli decennali il Sole (in altre parole) raggiunge il picco della sua attività e l’intensificarsi di quelle macchie di cui parlavamo – e che tendenzialmente ‘esplodono‘ creando quegli zampilli di plasma che si vedono nelle foto scattate dai microscopi – ne è un po’ lo specchio: dalle stime degli astrofisici pochi giorni fa nell’arco di 24 ore sono comparse quasi 300 macchie che – oltre ad essere il numero più alto degli ultimi 22 anni – portano la media mensile provvisoria a 217.
Nel corso di luglio si era già raggiunta la cifra di 196 macchie solari rispetto alle previsioni iniziali che ne stimavano 90 in meno, ma per ora rimaniamo abbondantemente sotto la media record del 1957 quando – al picco del ciclo di quel decennio – se ne registrarono ben 359; ma non si può escludere che da qui a dicembre si superi abbondantemente quella cifra, soprattutto considerando che nell’arco di un mese sono aumentate di una 20ina di unità e che da qui alla fine dell’anno ci aspettano ancora 4 mesi.
Capito il fenomeno e lo stupore degli astrofisici, rimane solamente da capire se questa enorme attività del Sole possa rappresentare un qualche rischio per noi che viviamo a più di 149milioni di km di distanza: la risposta breve è – fortunatamente – che non c’è alcun rischio reale; mentre quella un pochino più articolata ci parla di possibili brillamenti solari di classe X che (come è già capitato alcune volte negli ultimi mesi) potrebbero causare blackout e interruzioni dei sistemi elettrici per diverse ore.