Una cosa è certa: Napoli è ancora capace di stupire. Nel male, certo, come nella maggior parte dei casi appare. Ma anche nel bene, e di questo si parla poco. La mostra sulla città allestita a Rimini nella cornice del Meeting agostano di Comunione e Liberazione è stata la più affollata e apprezzata dell’intera manifestazione. Dalle nove del mattino alle dieci di sera, e per un’intera settimana, decine di migliaia di persone si sono messe in fila per essere guidate lungo il percorso organizzato dalla cooperativa del Rione Sanità.
Eppure il titolo non era di quelli facilmente interpretabili (Nessun dono di grazia più vi manca) né si promettevano gli stereotipi che tanto piacciono ai commentatori di casa e di fuori. Insomma, una sorpresa per gli stessi promotori che hanno fatto fatica a stare dietro a tutte le richieste. Ha funzionato il passaparola: non si poteva dire di essere stati al Meeting se non si fosse fatto un giro nel padiglione prontamente battezzato “Piazza Napoli” dove funzionava da richiamo anche un bar con cinque offerte di caffè.
Chi volesse saperne di più, potrà leggere l’ampio servizio che pubblichiamo all’interno. Quello che qui interessa porre all’attenzione è la grande carica di energia positiva che Napoli ha saputo donare a chi le ha fatto visita, sia pure da lontano. Nonostante i guai, che nessuno intende nascondere, questa città riesce ancora a trasmettere l’idea che abbia un corpo dentro il quale batte un cuore. Un cuore grande, che si manifesta dove e quando meno ti aspetteresti. Suscitando stupore, appunto, in chi si ferma a rimirarla.
Se il muscolo pulsante di questa città è il cuore; se è il cuore a dettare i comportamenti del popolo nel bene e nel male; se è al cuore che si deve fare appello per scardinare le resistenze e sollecitare le coscienze, allora il prossimo Meeting di Rimini è stato pensato proprio per Napoli. Il titolo scelto per la trentunesima edizione, infatti, calza a pennello: “Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”. Fantastico. Chi ha più cuore di noi? E chi più di noi ha bisogno dei miracoli del cuore?
p.s. E’ però anche vero quello che scrive Toto Petrone nella sua rubrica in questo giornale sulla insostenibilità di certi comportamenti quotidiani che rendono più difficile e quasi doloroso vivere. Una somma di scostumatezze alle quali non si fa quasi più caso e che andrebbero invece contrastate in tutti i modi possibili. Compreso quello che l’autore suggerisce prendendo spunto dai civilissimi giapponesi, da qualche tempo alle prese con gli stessi nostri problemi. Un aspetto che ci ripromettiamo di approfondire.