Ripartire dalle persone, dal loro grande cuore, dalla volontà e capacità di cambiare le cose anche nelle situazioni più difficili
Rialzare la testa basandosi sulla loro operosità, produttività, creatività, caparbietà, motivazione. Sulle competenze tecniche, sul talento e la vivacità imprenditoriale.
Contare sulla risorsa giovani, sul senso di speranza e fiducia nel futuro.
E, quanto all’economia, puntare su turismo, artigianato tipico e agroalimentare; settori chiave per uscire dalla crisi e rimettere in moto il contesto produttivo.
E’ la ricetta per Napoli suggerita da politici, imprenditori, manager, docenti universitari e rappresentanti della società civile intervistati da Denaro Tv, nella postazione dedicata di piazza Napoli, alla trentesima edizione del Meeting di Rimini organizzato da Comunione e liberazione.
Una ricetta basata su fattori che Napoli e i napoletani hanno già in grande quantità, e che vanno solo utilizzati al meglio per dare un risultato positivo.
Una ricetta che nasce dal messaggio “Napoli. Nessun dono di grazia più vi manca”, che il presidente di Cl don Julian Carròn ha lanciato nel 2006 nel capoluogo campano (riprendendo una vecchia frase di San Paolo alla città di Corinto) invitando tutti a fare attenzione a quello che si ha, senza recriminare o lamentarsi di quello che manca, e senza aspettare chissà quali altri “doni dal cielo”.
Un messaggio che ha dato il titolo a uno degli eventi di maggior successo in assoluto di tutto il Meeting di Cl, la mostra “Napoli. Nessun dono di grazia più vi manca”, realizzata da Compagnia delle Opere Campania, cooperativa Rione Sanità e centro culturale Neapolis (organizzatori “storici” della presenza napoletana al Meeting) in collaborazione con la Camera di commercio di Napoli, che ha raccolto in sette giorni circa 30 mila visitatori. La mostra è un cammino fotografico e di video attraverso esperienze positive realizzate nei quartieri difficili della città, ed è servita a sconfessare parecchi luoghi comuni che riguardano Napoli. I visitatori sono stati colpiti non solo dal fatto di aver visto foto di bei luoghi ma soprattutto dall’aver appreso esperienze positive di persone, raccontate in maniera suggestiva e appassionata dagli stessi abitanti di quelle zone.
Il concetto chiave è che mentre sembra che a Napoli “manchi” tutto, in realtà “c’è” tutto. La città ha cioè a disposizione tutti gli elementi per rialzare la testa, ma deve utilizzarli in maniera sapiente anziché sprecarli come troppo spesso è successo finora. Già, ma da che cosa è composto, in concreto, questo “tutto” a disposizione? E come valorizzare questi elementi?
GLI ORGANIZZATORI DI PIAZZA NAPOLI – Felice Siciliano, direttore della Compagnia delle Opere Campania e fra i curatori della mostra su Napoli insieme a Luigia Guariglia, Elisabetta Bowinkel, Giuliana Mazzara, Eugenio Nembrini, Antonio Romano e Marcello Strommillo, punta con convinzione sul valore l’elemento "persona": " E’ un elemento fondamentale che a Napoli certo non manca – spiega Siciliano – inteso nel senso di persona capace di cambiare le cose e dare nuova speranza anche nelle situazioni difficili. Non a caso la mostra evidenzia come in una città con tante contraddizioni possono ripartire anche ambienti difficili, stimolati da alcuni ‘io cambiati’ che generano opere meritorie portando avanti un progetto di ricostruzione. Turismo e artigianato tipico – continua il direttore della Cdo Campania – sono le leve da utilizzare in campo economico. Bisogna partire dal basso valorizzando ciò che c’è sul territorio e che si conosce, lasciando stare la politica degli annunci. Bisogna inoltre superare l’emergenza educazione, facendo nascere una nuova classe dirigente e aiutando i giovani a non scappare dal territorio. La politica deve creare le condizioni per far sì che gli imprenditori di eccellenza possano essere tali anche nella loro città, valorizzandoli, aiutandoli e non contrastandoli".
Raffaele Fabbrocini, presidente regionale della Compagnia delle Opere, è d’accordo con Siciliano circa l’importanza di investire nel turismo: "E’ questo il settore strategico, oltre a quello agroalimentare. Basti pensare a quanto la pizza e altri prodotti tipici sono apprezzati nel mondo. Anch’io credo che le risorse che Napoli ha a disposizione siano sufficienti per lo sviluppo – aggiunge – ma c’è bisogno di tanto impegno: pensiamo ad esempio a Bagnoli, una zona che non ha nulla da invidiare ad altri posti del mondo, eppure nella quale non si è ancora costruito nulla. Oppure, ancora, al fronte del Porto. Al momento sono solo bei progetti fermi in un cassetto".
"Una risorsa importante – interviene Antonio Romano, presidente della Fondazione Guardini e tra i fondatori della cooperativa Rione Sanità – è il forte senso di speranza dei napoletani nel cambiare le cose che non vanno, puntando sulle proprie capacità. Il messaggio di don Carròn è semplice: bisogna partire dal desiderio delle persone che è sottaciuto dalla mentalità del lamentarsi sempre. Educazione e istruzione, in questo senso, hanno un ruolo prioritario nel valorizzare il desiderio di non passività e di giustizia che è nella nostra tradizione culturale. C’è poi la risorsa giovani – continua – considerato che Napoli è fra le città europee con la maggiore percentuale di under 35. E’ su di essi, quindi, che bisogna investire in termini di educazione e opportunità da affidare. In ambito economico la nostra maggiore risorsa è sicuramente il turismo, il problema però è che manca l’affetto per il territorio".
D’accordo con Romano sull’importanza dell’educazione è Roberto Sanseverino, imprenditore attivo nel settore della formazione con la Fos.vi, anch’egli presenza storica al Meeting di Rimini e quest’anno fra le guide della mostra su Napoli. "La risorsa principale della nostra città –sostiene – è il popolo che manifesta sempre grande speranza negli eventi positivi e che è sempre pronto a darsi da fare. Ecco perché l’educazione ad agire in tal senso ha un valore altissimo".
Mario Barretta, presidente dell’Osservatorio Economico Tributario della Camera di commercio di Napoli e anch’egli guida della mostra su Napoli, evidenzia due elementi sui quali può contare la città partenopea: la grande operosità dei suoi abitanti e la capacità produttiva dei piccoli imprenditori che ogni giorno si industriano per tirare avanti. "La mostra documenta in modo chiaro esperienze positive concrete che nascono da questi valori – afferma Barretta – ed ecco perché bisogna puntare sull’operosità che trasversalmente esiste in tutti i settori economici, valorizzare questo fattore e far sì che le intelligenze non siano eclissate da contesti difficili e condizioni che non danno respiro".
Punta sull’importanza della cultura, infine, Luigia Guariglia, curatrice della mostra e presidente del centro culturale Neapolis: "A Napoli – spiega – vivono persone che hanno la grande capacità di guardare oltre e saper incidere sulla realtà, grazie all’ideale cristiano che le muove. È un fattore, questo, molto importante sul quale lavorare. Altra dote importante è la cultura, nel senso più ampio del termine, ma soprattutto intesa come capacità di dare un giudizio critico e poi saper decidere".
LA CAMERA DI COMMERCIO – Piazza Napoli, lo spazio che ogni anno ospita a Rimini le iniziative dedicate alla città partenopea, è stato realizzato in collaborazione con la Camera di commercio di Napoli. Tra gli esponenti camerali più affezionati al Meeting di Rimini, oltre al numero uno Gaetano Cola, attuale commissario dell’ente, ci sono Maurizio Maddaloni (vicepresidente nazionale e leader regionale di Confcommercio), Alessandro Limatola (segretario dell’associazione degli artigiani Claai Napoli) e Luigi Iavarone, presidente del consorzio aeronautico Sam e del Parco scientifico e tecnologico di Napoli Technapoli.
"Le bellezze naturali e paesaggistiche di Napoli – spiega Cola– già da sole rappresentano un binomio in grado di attrarre un grande numero di turisti, vero è che dovremmo valorizzarle di più, creando infrastrutture in grado di rendere più piacevole e sicuro il soggiorno dei visitatori. Napoli ha settori di eccellenza in termini qualitativi come l’aerospazio e il meccanico, senza dimenticare l’artigianato tipico. Purtroppo in molti casi si tratta di piccole realtà dimensionali che devono essere rese competitive sul mercato. Fortunatamente – conclude Cola – può intervenire una delle doti principali dei napoletani e cioè la voglia di migliorare".
Maddaloni evidenzia l’importanza di utilizzare in maniera efficiente e integrata i tre pilastri che dovrebbero caratterizzare il nostro sistema di sviluppo locale, e cioè beni culturali, attrazioni turistiche e imprese turistiche: "Se la logica sistemica nella gestione del territorio è il filo rosso che deve contraddistinguere la programmazione pubblica, le organizzazioni imprenditoriali e i protagonisti del territorio – afferma – dobbiamo constatare purtroppo che in Campania, e in particolare nell’area metropolitana di Napoli, questi tre pilastri sono ancora anelli dispersi di una catena modernamente indicata come filiera. Riannodare le fila di questo intreccio, garantendo un elevato grado di interscambio con l’impresa, significa ripartire avviando una nuova collaborazione interimprenditoriale di tipo pubblico-privato. Una strada obbligata – conclude Maddaloni – perché il nostro tessuto imprenditoriale è caratterizzato da piccole e medie imprese ed è sempre più difficile acquisire adeguati livelli di competitività".
"Napoli è sicuramente una città che convive con numerosi problemi – dichiara Luigi Iavarone – ma possiede anche una serie di risorse intrinseche da mettere in campo e sviluppare. Fra queste il turismo è la risorsa per eccellenza, ma non dobbiamo dimenticare settori manifatturieri storici come l’aeronautica e il ferroviario e la vivacità culturale che ha sempre caratterizzato gli intellettuali della nostra città. Ci sono risorse e ci sono idee, il passaggio difficile resta però la trasformazione delle idee in progetti concreti di sviluppo. Dal punto di vista economico è necessaria maggiore cooperazione, dal punto di vista sociale serve un cambio di mentalità e qui gioca un ruolo fondamentale l’istruzione: bisogna insegnare il rispetto delle regole".
Tre sono i punti forti sottolineati da Alessandro Limatola, segretario generale della Claai Napoli, l’associazione degli artigiani: "Il primo elemento è la risorsa giovani. Napoli ha un’età media molto bassa – spiega Limatola – e questo è un fattore invidiabile laddove nelle altre città c’è un progressivo invecchiamento della popolazione. E se gli italiani sono noti per la loro grande creatività, i napoletani ne hanno ancora di più: in questo senso, sono italiani al quadrato. La creatività è una risorsa che, se ben utilizzata, può fare la differenza. La terza risorsa è rappresentata dalle solide competenze e conoscenze tecniche, applicate all’intelligenza: queste ultime a Napoli, grazie a un buon livello di formazione e a caratteristiche naturali, ci sono sempre state. Non a caso imprenditori e professionisti che svolgono la propria attività fuori dalla regione riescono molto spesso ad emergere come casi di eccellenza.
I POLITICI – Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, ha trovato la mostra su Napoli intensa e commovente "soprattutto per chi come me – spiega – la vive da cittadina campana" e condivide in pieno il messaggio di don Carron ‘Nessun dono di grazia più vi manca’: "Credo ci sia bisogno – afferma il ministro – di uno scatto d’orgoglio da parte di tutti i napoletani, senza affidarsi agli aiuti dall’alto ma cercando di stimolare la coscienza dei cittadini sani e per bene, che sono la stragrande maggioranza. Dobbiamo risalire dal degrado economico e sociale puntando dritti all’obiettivo del riscatto".
Andrea Cozzolino, parlamentare europeo del Pd e già assessore regionale alle Attività produttive e all’Agricoltura, invita a "guardare con più fiducia al futuro della città e a fare leva sui tanti aspetti positivi per recuperare la ricchezza della nostra storia, della nostra cultura, del nostro popolo", mentre . Raffaello Vignali, vice presidente della commissione Attività produttive della Camera dopo aver presieduto per anni la Compagnia delle Opere, sottolinea che "l’essenza della città non sta nei rifiuti ma nei fenomeni carsici come quelli del movimento che cresce in un quartiere difficile come la Sanità".
Iil sindaco di Torino Sergio Chiamparino dichiara di :conoscere bene il capoluogo campano: "Ho numerosi amici a Napoli, fra cui anche il mio testimone di nozze, e ho molto apprezzato la mostra, lo spirito di chi l’ha pensata e realizzata, l’idea di testimoniare che perfino nei vicoli ci sono le ragioni del riscatto della città".
IL MONDO DELL’IMPRESA
Paolo Scudieri, numero uno del gruppo Adler e vicepresidente di Confindustria Napoli, si dichiara "emozionato, dopo aver visto al Meeting di Rimini la mostra su Napoli ed essere passato attraverso fotogrammi che ritraggono splendori e miserie così vicini. Tutto ciò induce a pensare – sostiene – e mi ha colpito in particolare la frase di un giovane Gennaro Vico, figlio di Gian Battista: ‘A me il cuore mi parla e mi dice tante cose’. E’ un messaggio di speranza tanto più importante se si considera l’autunno caldo che la Campania dovrà affrontare sul fronte dell’economia e dell’occupazione, con tante piccole aziende che avranno vita dura. Qualcuna non riaprirà i battenti, tuttavia non dobbiamo farci prendere dallo sconforto e reagire , convinti che dalle crisi possono nascere le migliori opportunità".
Per Giovanni Bertolone, amministratore delegato di Alenia Aeronautica, "a giocare un ruolo fondamentale è la fiducia, che ha la stessa radice della parola fede e implica la necessità di fidarsi gli uni degli altri per ripartire. Frequento Napoli da vent’anni per motivi di lavoro – spiega Bertolone – e ho sempre osservato come in città siano presenti un’intelligenza vivissima e un’eccessiva indulgenza al lamento. Nella mostra su Napoli è presente la prima, ma non c’è traccia della seconda. Questo è lo spirito giusto, anche perché vuol dire che quando un napoletano s’impegna davvero, non ce n’è per nessuno". Via i lamenti da Napoli, dunque: è il momento di riprendere fiducia e ripartire dalle persone. La pensa così anche Rosario Altieri, campano, dal 2008 presidente nazionale dell’Agci (Associazione generale cooperative italiane), che punta sulle tradizioni e sul modo di pensare dei cittadini partenopei, sulla loro capacità di uscire dai momenti difficili trovando soluzioni fuori dagli stereotipi. "A Napoli – sottolinea Altieri – c’è tutto quello che servirebbe a una qualsiasi città per far vivere bene i propri cittadini e poter crescere e progredire. E’ necessario però un utilizzo corretto delle risorse. Bisogna innanzitutto rispettare il tesoro che abbiamo per poi valorizzarlo attraverso un utilizzo più responsabile, soprattutto attraverso un governo della cosa pubblica attento alle questioni del territorio e ai bisogni della gente. Un governo che la città finora non ha mai avuto".
CDO E FONDAZIONE PER LA SUSSIDIARIETA’ – A credere in Napoli è sicuramente la Compagnia delle Opere, che nel capoluogo campano ha costituito quest’anno una Scuola d’impresa che sta avendo un successo superiore alle aspettative. "Abbiamo scelto Napoli – spiega Bernard Scholz, presidente della Cdo – perché è la capitale del Sud, ed è noto che il Sud si caratterizza per capacità imprenditoriale, creatività e motivazione che non hanno niente a che vedere con certe cronache dei giornali. Tutto questo va sostenuto con metodo e documentazione. Lo scoglio da superare è quello della Pubblica amministrazione, che deve sostenere le iniziative e non strangolarle. E’ importante che le imprese del Sud imparino a lavorare in rete, come la Compagnia cerca di fare. Da soli si rischia di naufragare nel mare della globalizzazione".
Sulla stessa lunghezza d’onda Luca Antonini, vice presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e docente di Diritto costituzionale all’Università di Padova: "Tutto Il Sud possiede talenti ed energie che non riescono ad esprimersi. Il federalismo dovrà trasformare i cittadini in protagonisti. Occorre trovare una classe dirigente all’altezza della sfida. L’operazione è difficilissima ma non ne conosco altre possibili. Alcune regioni hanno fatto passi da gigante sulla strada dello sviluppo con politiche che hanno premiato l’impegno e il talento. Per avere successo – conclude Antonini – dovremo fare in modo che nascano tante lombardie".
"Napoli ha grandi potenzialità culturali, – spiega Carlo Lauro, responsabile del Dipartimento ricerca della Fondazione per la Sussidiarietà e ordinario di Statistica all’Università Federico II di Napoli – ma per metterle a sistema c’è bisogno di educazione nel governo della cosa pubblica e di maggiori sforzi nel replicare le best practices che hanno dato il successo ad altre città. Abbiamo imprese di qualità in molti settori, come ad esempio quello aeronautico e delle biotecnologie – conclude Lauro – ma nelle Pmi non c’è ancora quella cultura d’impresa che può aiutare a fare rete".
Enrico Biscaglia, direttore generale della Compagnia delle Opere, racconta: "Ho visitato la mostra con il rampollo di Rupert Murdock, James, responsabile di Sky per l’Asia e l’Europa, e anch’egli è rimasto colpito dalle immagini proposte e dalla volontà di tanti amici nell’affrontare con originalità i problemi del lavoro, economici e sociali della città. Rifiuti, camorra e violenza sono problemi veri e non aiutano certo in termini di reputazione della città. Ma è proprio questo contrasto che stupisce: il fatto che ci sia tanta ricchezza che non si conosce; tanta musica, arte, storia".
Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e leader storico di Comunione e Liberazione, tra i fondatori del Meeting di Rimini, suggerisce di ripartire dall’Io e di affidarsi al cuore. "Tutto deve partire dall’Io, giustamente inteso. Ogni Io, ciascuna persona, è desiderio di verità, giustizia, bellezza. Dobbiamo affidarci al cuore, quel cuore che non a caso è molto presente nelle canzoni napoletane. Ognuno di noi sa che cos’è il bene e quando lo incontra si stupisce. Dovrebbero saperlo tutti i napoletani perché le loro canzoni sono il racconto di questo stupore. Nella mostra su Napoli – continua Vittadini – ho ritrovato la stessa rivoluzione del Meeting: non qualcuno che parla da un pulpito ma un avvenimento in atto di gente che parla di sé stessa. Ho visto immagini di gente libera che affronta il proprio destino e si racconta. Gente che non ha risolto i suoi problemi sociali ed economici ma è pronta ad affrontarli".
Combattere la burocrazia per aiutare lo sviluppo del territorio è la ricetta di Giuseppe Tripoli, già segretario generale di Unioncamere, da qualche mese alla guida del Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione del ministero dello Sviluppo economico. "Il Ministero – afferma – sta producendo un grande sforzo, in linea con l’Europa e d’intesa con il Parlamento, per calibrare normative che liberino definitivamente le imprese dal peso eccessivo della burocrazia migliorandone la vita e le attività. Potenzieremo inoltre le azioni all’estero delle nostre imprese, in particolare di quelle meridionali, non tanto sui mercati maturi quanto soprattutto sui nuovi e dinamici come il bacino del Mediterraneo".
(Enzo Agliardi)