Evviva. Il SuDsidiario è al suo secondo numero e già può vantare un importante riconoscimento che, in occasione del bel convegno di Catania sulla figura e l’insegnamento di Luigi Sturzo, sarà bello poter condividere con tutti gli amici d’avventura: i nostri contenuti potranno affacciarsi tra breve da una finestra che il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini, ci metterà a disposizione in seno all’influente e navigato portale ilsussidiario.net.
L’offerta è stata avanzata a fine agosto, durante l’annuale Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Un gesto di grande generosità che cercheremo di ripagare partecipando con coscienza ed entusiasmo grazie soprattutto alla buona volontà dei tanti amici che già condividono il progetto – contribuendo tra l’altro alla realizzazione di questo supplemento – e dei tanti altri che vorranno associarsi all’iniziativa. Il segreto del successo è nella somma di sentimenti e comportamenti individuali.
Il fatto è che mai come in questo momento il Sud, il nostro malandato e a volte malmenato Mezzogiorno, ha bisogno di cercare e trovare dentro di sé le risposte alle molte domande che da troppi anni restano inevase. Nel pieno svolgimento di una riforma federale dello Stato che assegna oneri e onori al territorio e a chi lo governa, non possiamo limitarci a sperare che cambi tutto perché tutto resti com’è. S’illude chi pensa di poter vivere sotto vuoto spinto, indifferente al mondo esterno.
A Rimini la malata d’Italia, la nostra bella e corrotta Napoli, ha fatto una splendida figura. All’interno spieghiamo diffusamente il come e il perché. Qui basti riferire che la mostra sulla città, organizzata da un gruppo di volontari che agiscono – udite, udite – nel rione Sanità, ha letteralmente sbancato con file che si formavano alle 9 del mattino e non si smaltivano che dopo le 10 di sera. Volontariato puro. Il popolo che rappresenta se stesso senza intermediari. Sublimazione del concetto di sussidiarietà.
Provenire da Napoli è stato al Meeting di Rimini motivo di orgoglio. Anche se non si può negare che i lombardi ciellini non stravedano tutti per i discendenti del borbonico Regno delle due Sicilie, di fronte a manifestazioni di valore il merito è riconosciuto. Se almeno un alito di quel respiro potrà permeare le diverse anime della nostra società – politica, pubblica amministrazione, impresa, sindacato, scuola-formazione, famiglia, individuo – potremo guardare al futuro con la fiducia che il futuro merita.