Per molti, la Chiesa non dovrebbe interferire con quella che viene chiamata “libertà”, cioè il far ciò che si vuole, senza che qualcuno ti richiami alla moralità, cioè al significato ultimo di ciò che fai. Ma, annota Maurizio Candelori, quando ti senti scaricato da tutti, e soprattutto tu stesso ti condanni, allora senti il bisogno dell’abbraccio di Qualcuno che nel giudicarti ti perdona.
Che strano mondo dove tanti si affannano senza risparmio per mettere al bando i crocefissi, sperando nell’intimo di mettere al bando anche la Chiesa, rea di essere la palla al piede dello sviluppo umano, di essere bacchettona e ipocrita, di creare complessi di colpa agli uomini che vogliono sentirsi liberi di divertirsi come meglio credono, spostando sempre più in là l’asticina dell’adrenalina, purchè non si faccia del male fisico a nessuno, sia ben chiaro signora mia! Scusi signora, ma l’aborto? E l’eutanasia?
Una Chiesa che dà fastidio quando giudica il risvolto morale in ogni campo umano, anche potenziale o in nuce, come può essere in una legge o in uno spettacolo, in un certo modo di fare giornalismo o impresa, insomma ovunque l’uomo possa essere invogliato o disincentivato a comportarsi in una maniera o in un’altra; in una parola “l’educazione di una società”. Una Chiesa che conosce bene l’uomo da 2000 anni e per questo avverte prima di altri i pericoli dove può cadere o sviarsi e sa che è peccatore.
Un bel pezzo della società o del potere invece è progressista, è lungimirante, è moderno, è per l’uomo e gli vuole tanto bene che, cercando di mantenersi la cadrega, gli vuole concedere tutto il resto; come qualche genitore è tentato di fare con i figli quando, petulanti e capricciosi rischiano di mettere a rischio il bel programma di fine settimana, cedono alle loro richieste per baratto.
Poi però arriva lo choc! Arriva lo scandalo che fa stracciare le vesti: quell’uomo famoso e ricco è andato a trans e forse si droga pure. Oh signora mia da chi siamo guidati! Tutti bravi e poi ti combinano cose che mai ti saresti aspettato. E dagli all’untore, agli sputi mediatici e non solo; merita di spossessarsi dell’anima per quanto ha tradito e deluso chi riponeva in lui fiducia cieca. I suoi compagni di viaggio lo scaricano diplomaticamente con “è un signore e lo ha dimostrato dimettendosi, poi gli affari privati non riguardano il partito”.
Ma lui, il poveraccio che quasi vorrebbe sparire per sempre, quello al quale è crollato il mondo addosso, cosa può fare? Dove può trovare un luogo per verificare, per riscoprire urgentemente che la sua dignità di uomo c’è ancora, che è ancora una persona degna di essere voluta bene? É questo infatti che si ha premura di verificare dopo che il più grande accusatore di te, che sei tu stesso prima di tutto il resto del mondo, ha sentenziato che non meriti più di guardare in faccia niente e nessuno; si ha bisogno di un riabbraccio davvero umano, poi si può anche morire, ma questo lo si deve avere prima dell’ultimo respiro. Come i bambini quando vengono rimproverati che chiedono subito alla madre, anche se in modo indiretto:”ma tu mi vuoi bene?” e di quel “sì” hanno bisogno.
Allora quasi di getto, l’adulto va in un luogo Sacro. Per un desiderio misterioso ma evidente, cerca quell’abbraccio attraverso una compagnia umana che il giorno prima magari avrebbe guardato, con occhi da “adulto”, come uomini in combriccola per circuire le coscienze, ma che ora, dopo la rovinosa caduta, gli appare, come in un flash di verità non mediata nel suo cuore, per quella che è, cioè una compagnia umana che porta il Divino, Colui che davvero e solo è capace di un abbraccio vitale attraverso degli uomini in carne ed ossa.
E la società dei potenti come si spiega la cosa? Ah, quella si guarda bene dal giudicarla o accusare la Chiesa di proteggere i “malfattori”, ma solo perchè si tratta di un signore che si è “dimesso” signora mia.
Che strano mondo dove la Chiesa dovrebbe sparire perchè giudica i peccati che il mondo vorrebbe rivendicare come libertà di evoluzione, e dove alla Chiesa si ricorre per essere abbracciati quando il mondo vorrebbe mettere in croce il “traditore”… ma questa storia mi sembra di averla già sentita.
Maurizio Candelori, consulente aziendale