Si sarebbero potuti evitare i maltrattamenti dei bambini del nido Cip e Ciop di Pistoia? Probabilmente sì, afferma nel suo intervento Anna Di Gennaro, se fossero stati effettuati i dovuti controlli e ci si fosse così resi conto delle condizioni psichiche della responsabile del nido.

Di nuovo un fatto di cronaca eclatante costringe ad interrogarci prima di giudicare, nonostante l’opinione pubblica abbia già emesso la sentenza; la parola spetta ora ai legali e alla difesa di cui ogni cittadino ha diritto.

La sventurata educatrice del nido CIP E CIOP di Pistoia ha dichiarato tra le lacrime al magistrato: “Sono stanca e depressa. Mi vergogno, ma io non sono un’assassina come mi ripetono qui tutta la notte…Avrei dovuto fare delle analisi, ma ho avuto lutti familiari e non mi sono curata…mi ero accorta di perdere il controllo.”

I segni e i sintomi erano quindi già presenti da tempo nella mente della persona che tutti hanno potuto vedere in azione. Un filmato raccapricciante che lascia sgomenti, ma interpella anche e soprattutto chi non si è accorto che la donna doveva e poteva essere fermata in tempo dal personale sanitario addetto alle visite nei luoghi lavoro. Perché non è stato fatto? La legge lo impone.

Chi ha rinnovato il permesso della struttura “educativa” aperta da anni avrebbe dovuto conoscere l’idoneità al lavoro della maestra. Proprio quei segni e sintomi di psicopatia dovevano e potevano essere recepiti e raccolti da chi ha il dovere di ispezionare, visitare e controllare la condizione di salute psicofisica di chi ha tra le mani il bene più prezioso: la vita di creature piccole e indifese portate in braccio dalle mamme e dai papà nel luogo di intrattenimento durante la loro assenza, molto probabilmente per motivi di lavoro.

Gli studi enunciano le caratteristiche peculiari ben visibili anche esteriormente da chi dovrebbe avere l’occhio clinico e allenato. Il disagio mentale è sempre preceduto da avvisaglie, la cui sottovalutazione porta a quanto accaduto.

Esso si caratterizza da:

Affaticamento fisico ed emotivo,

Atteggiamento distaccato e apatico nei rapporti interpersonali,

Sentimento di frustrazione per mancata realizzazione delle proprie aspettative ,

Perdita del controllo degli impulsi

C’è quindi da domandarsi a cosa si dedichino gli ispettori ASL preposti a monitorare e verificare che sussistano le condizioni necessarie all’adempimento della professione, a noto rischio di logoramento mentale, onde tutelare i piccoli ospiti. Del resto la maggior parte dei supervisori della scuola ignora quasi totalmente la delicata questione o preferisce considerarla poco attendibile.

A ciascuno il suo lavoro e la responsabilità dell’accaduto, maggiormente prevedibile di quanto si possa immaginare. Urge un’adeguata prevenzione capillare e idonee azioni sinergiche mirate tra scuola e sanità, incapaci invece di comunicare e pervicacemente autoreferenziali.

Ancora una volta saranno i bambini a fare le spese di tanta irresponsabilità di adulti incapaci di proteggerli. Ai genitori verrà offerta la consulenza di esperti psicologi a rovinare ulteriormente il loro già compromesso equilibrio. Con buona pace di chi non ha avuto orecchi per intendere.