É una sfida forte quella di Sonia, una studentessa di 16 anni, perché identifica con chiarezza cosa significa educare: educarsi continuamente e aiutare i ragazzi ad andare al cuore della vita; stare con loro per vivere insieme la più grande ed entusiasmante avventura della vita, quella di ricercarne le ragioni vere, profonde. Una sfida quotidiana, drammaticamente bella.
Giusto un naufragio Un’isola persa nel mare
Un altro giorno solitario
Nessun altro qui, solo io
Più solitudine
Di quanta un uomo potrebbe sopportare
Salvatemi prima che cada nella disperazione.
Spedirò un S.O.S. al mondo
Spedirò un S.O.S. al mondo
Spero che qualcuno riceva il mio
Spero che qualcuno riceva il mio
Spero che qualcuno riceva il mio
Messaggio nella bottiglia
È passato un anno da quando ha scritto il mio messaggio.
Ma vorrei sapere quel che è giusto per le stelle.
Solo la speranza può darmi coraggio
L’amore può aggiustare la tua vita
Ma l’amore può spezzare il tuo cuore
Spedirò un S.O.S. al mondo….
Passeggiando questa mattina
Non credevo a quello che ho visto
Cento miliardi di bottiglie
Lavate sulla costa
Sembra che io non sia l’unico essere vivente solo
Cento miliardi di naufraghi
Cercano casa
Spedirò un S.O.S. al mondo
Spedirò un S.O.S. al mondo
Spero che qualcuno riceva il mio
Spero che qualcuno riceva il mio
Spero che qualcuno riceva il mio
Messaggio nella bottiglia
Invia un S.O.S invia un S.O.S. invia un S.O.S.
Mi ricordo la prima volta che ho ascoltato la canzone: “Messagge in a bottle” di Sting e i Police. Era l’anno scorso e un mio amico mi disse di provare ad ascoltarla. L’avevo già sentita tante volte prima, ma non avevo mai fatto caso a quello che dice, perché avevo banalmente pensato che fosse una canzone come le altre e che la continua ripetizione della parola S.O.S. fosse fatta per attirare le persone come un qualsiasi tormentone estivo e che avrebbe venduto tanti dischi senza dire niente di nuovo.
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Poi però, l’anno scorso, grazie al mio amico, ho iniziato ad apprezzare canzoni diverse che se pur non recenti, hanno un significato che è universale, che vale sin da quando sono state scritte, fino ad adesso, proprio come questa canzone. La prima cosa che ho notato è stata la melodia, anche se è musica rock molto particolare e diversa dalle altre. Secondo me la base musicale è "luminosa" perché non è triste e oscura ma ti attira, t’invita ad ascoltare la canzone.
Quando ascolti questo genere di musica ad alto volume e gli altri sentono, dicono: “ Che schifo! Come fa ad ascoltare quella roba? È vecchia, è troppo rock.” In realtà, sono loro superficiali perché ascoltano musica commerciale, banale che parla di cose scontate, quello che la gente vuol sentirsi dire.
La prima volta che ascolti questa canzone non puoi non far caso alla ripetizione di S.O.S., che evoca l’idea di una richiesta d’aiuto verso qualcuno. Qualcuno che sa cosa fare, dove andare, qualcuno che ci accompagni. Proprio come un naufrago su un’isola deserta che spera che qualcuno arrivi a salvarlo. L’autore, infatti, paragona la vita proprio a un naufragio. Il naufragio è qualcosa che capita per sbaglio. Stai navigando, percorri la tua rotta tranquilla e poi per caso ti ritrovi da sola in un posto sperduto, proprio come un marinaio con la sua nave che a causa di una tempesta perde di vista la rotta e si ritrova su un’isola deserta. La tempesta, qualcosa che ti colpisce e ti distrae, ti porta via, ti fa smarrire. Qualcosa o magari qualcuno che invece di indicarti la direzione giusta ti porta dalla parte opposta. Ma come il naufrago sull’isola deserta impara a sopravvivere, anche noi dobbiamo trovare il modo di cercare la via giusta, grazie a qualcuno che ci guidi, come la bussola per il marinaio.
Nella prima strofa Sting dice: ” un altro giorno solitario, nessun altro qui, solo io, più solitudine di quanto un uomo potrebbe sopportare.” Il cantautore paragona la solitudine reale del naufrago alla solitudine interiore dell’uomo. L’uomo che intorno ha tanta di quella gente, ha tante di quelle cose che in realtà non sono niente perché superflue. Quell’uomo circondato da tante persone legate solo alle cose materiali, a ciò che appare. Quell’uomo che quando guarda le facce degli altri si sente più solo, di quando è rintanato nella sua stanza. Proprio come quando il sabato sera esco con gli amici e c’è una confusione enorme, ma mi sento sola, perché guardo tutta quella gente che si accontenta e si vanta di tutto quello che possiede, di qualche emozione e cerca un modo per nascondere l’infelicità.
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Ed è proprio lì, in mezzo a tutti quegli sguardi che son sempre pronti a giudicare gli altri e non se stessi, che cerco qualcuno che mi comprenda e mi guidi. Ed è così che ti scontri con due tipi di persone: da una parte le persone che si fermano all’apparenza e si accontentano, dall’altra le persone che hanno già vissuto la tua esperienza. È molto più facile seguire le prime, perché non richiede nessuno sforzo ed è lì che come dice la canzone cadi nella disperazione.
Disperazione, cioè assenza di speranza, assenza della motivazione per continuare a cercare, assenza di qualcosa che ti faccia vivere. Infatti, ti accontenti di tutto ciò che è materiale, ma non ti ritrovi in nessuna di quelle cose, perché nessun oggetto può riempire il desiderio del cuore. E quindi chiedi aiuto, sperando che qualcuno riempia questa solitudine, questo senso d’inquietudine, ma ti accorgi che anche gli altri sono soli quanto te. Tutti alla ricerca della risposta al proprio cuore.
“Vorrei sapere quel che è giusto per le stelle” cioè quello che il mio destino mi riserva, ma non posso perché ognuno di noi scrive il suo destino. “Solo la speranza può darmi coraggio. L’amore può aggiustare la tua vita. Ma l’amore può spezzare il tuo cuore” quindi solo la ricerca, il desiderio fiducioso di qualcosa che ti appaghi pienamente ti spinge ad andare avanti. L’amore per un altro può darti l’illusione di aver trovato quel che cerchi, ma in realtà neanche l’amore basta per riempire il cuore e saziare questa continua domanda.
La strofa centrale di questa canzone è di sicuro la terza: “Passeggiando questa mattina non credevo a quello che ho visto. Cento miliardi di bottiglie… Sembra che io non sia l’unico essere vivente solo…”. Ciò vuol dire che ognuno ha messo la sua richiesta d’aiuto nella bottiglia credendo che qualcun altro avrebbe risposto. Ma nessun altro essere umano poteva rispondere, perché anche lui è alla continua ricerca di quella risposta.
"Cercano casa”, cercano cioè uno spazio nel cuore dell’altro. Vogliono essere accolti, vogliono qualcuno che voglia loro bene. Ma la risposta al desiderio di avere una dimora non si trova negli altri, ma in qualcosa di più grande e infinito, che ti appaghi completamente. Ma molto probabilmente non appartiene a questo mondo e dobbiamo essere noi attenti ad accogliere questa risposta nei segni che ci manda e fare domande su quello che accade, non restare passivi.
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Nelle ultime frasi della canzone il soggetto cambia. L’autore t’invita a mandare un S.O.S. se anche tu vuoi la risposta a questo continuo stato d’inquietudine umana. Ed è formidabile che a dirtelo sia Sting. un uomo che è amato dai fans, famoso e che si potrebbe permettere tutte le cose materiali che vuole, anche lui è alla ricerca della risposta al suo desiderio di felicità, come tutti noi.
Certo ci si potrebbe fermare e accontentarsi, cercare di convincersi che quello che abbiamo ci basta, ma sarebbe andare contro la nostra natura umana. L’uomo pretende e cerca l’infinito. E allora cosa si può fare? Secondo me, bisogna continuare a cercare e non restare immobili di fronte ai messaggi, ai segni che la realtà ci invia. Bisogna domandare a qualcuno che questa strada l’ha già percorsa.
Penso che questa canzone sia l’emblema del bisogno dell’uomo di questa risposta totale e sia un invito a continuare a cercare.
Sono contenta di sapere che c’è ancora gente come me che non si ferma all’apparenza e vuole scoprire il significato profondo di tutto. Continuerò a vivere l’avventura della mia vita sperando un giorno di rispondere al mio desiderio e far da guida a qualcun altro. Sonia
Sonia, 16 anni, studentessa