Ci risiamo. Non si può mai star tranquilli. Uno se ne sta a mollo sul proprio tappeto volante ed ecco che accanto a sé sfreccia una Vecchia su una scopa. Robe da matti.

Andiamo con ordine. Era da ormai qualche giorno che le cose procedevano stranamente. Precisamente dal giorno dopo Santo Stefano. No, non sto parlando del Covid o di una nuova variante o di un altro virus. Questo è un ronzio che torna puntuale ogni volta che si cambia il calendario. Non c’è scampo. Ebbene sì, ogni sacrosanto anno, da chissà quanto tempo, nel periodo che va dal 27 dicembre all’Epifania qualcosa di strano offusca le menti. Si tratta di un insieme di promesse, belle intenzioni, buoni propositi, auto-incoraggiamenti, ambiziosi progetti che se solo fossero raccolti in uno specchio ridarebbero un senso di disgusto a chi li anima, ovvero ciascuno di noi.



In quel periodo, è possibile riscontrare ovunque  un ammasso di illusioni spadroneggianti. Qualche anno fa ricordo che ero al bar con gli amici e a un certo punto dovetti inventarmi su due piedi qualcosa da dire per non sentirmi escluso. “Sì anch’io. Quest’anno devo essere così, non devo più fare quelle cose lì, questo progetto qui, quel viaggio lì”; un sacco di false promosse che per fortuna lasciano il tempo che trovano. Il 6 gennaio per l’appunto. Un giorno di festa. Il primo festivo dell’anno nuovo. La campanella che sancisce la fine dell’intervallo. La festa che chiude tutte le feste. Festeggiare la fine dei festeggiamenti. La festa che spazza via le scorie di più feste ripetute.



Quest’anno, l’ironia del destino ha voluto proporre in quel giorno Milan-Juve. Alla Scala del Calcio era in programma una sfida Scudetto, con i rossoneri lanciati al primo posto e una Juventus in ritardo, ma pur sempre Juventus. L’isola che non c’è contro la terra dei terra terra. I giovani, i simpatici, lo stile di Pioli, la bellezza di Maldini, finalmente un campionato diverso da una parte; i monotoni, i noiosi, i ladroni, i capelli grigi, quelli fuori moda, gli scontati dall’altra. Poi inizia la gara e già si capisce subito come andrà a finire. Come al solito. Il calendario parla chiaro. La Vecchia Signora vince, le altre da domani dovranno cambiare dimensione dei sogni. L’Epifania tutte le feste si porta via. Basta un colpo di scopa e quel che c’era prima scompare, almeno per un po’. Così sia, e che così sia ancora e ancora.



 

Il Tappeto volante è una rubrica nata nel 2020 con lo scopo di muoversi su una vasta varietà di temi cercando orientamento in forma culturale. Formula Uno, Calcio, Musica, Politica, Società cercando di tratteggiare il tempo attuale. Forma mentis non lo so, gratis di sicuro.