Il Tappeto volante è una rubrica nata nel 2020 con lo scopo di muoversi su una vasta varietà di temi cercando orientamento in forma culturale. Formula Uno, Calcio, Musica, Politica, Società cercando di tratteggiare il tempo attuale. Forma mentis non lo so, gratis di sicuro.
Caro Direttore,
Natale è comunque arrivato.
Anche durante quest’anno, difficile e particolare, si è potuta udire qualche melodia natalizia per le strade, si è potuto ravvivare il grigio delle città con verde e rosso, si è potuto organizzare questo e quello.
Un Natale comunque da ricordare.
L’anno che stiamo per metterci alle spalle è stato un anno funesto. Concetti come libertà, sicurezza, precauzione sono andati a grattare nelle tempie di ciascuno di noi ponendo domande aperte in grado di far muovere l’uomo verso una realtà nuova.
Lamento, accezione e orientamento.
Forse il mondo non è poi cambiato così tanto da quel dicembre dell’anno zero, in cui una stella cometa riscaldava una grotta in cui veniva al mondo Colui che avrebbe vinto la storia. Non so quali fossero le condizioni climatiche di quel lontano 25 dicembre ma oggi fa freddo, sai. Sia dentro casa che fuori. Durante quest’inverno certe volte si è dovuto uscire di casa per riscaldarsi. Sembra un controsenso, ma non lo è. Le persone sono più importanti dei giocattoli non solo perché li fabbricano ma anche perché li aprono.
Detto questo, è comunque una seccatura dover cambiare le proprie abitudini, dover fare i conti con la collettività. Diciamolo così, senza striscioni: è stato un anno in cui siamo stati chiusi per rimanere aperti. Di fronte a una pandemia mondiale i più forti hanno dovuto sacrificarsi per far rimanere in vita i più deboli. Basterebbe questo per renderci orgogliosi ma non basta. Non è mai bastato, grazie a Dio. C’è di più. La stella cometa non è rimasta ferma, la stella cometa ha illuminato quel posto in quel momento e poi è andata via senza salutare. Questo è il senso del Natale.