Il vaccino contro l’influenza potrebbe proteggere anche contro un’altra malattia, ben più grave e con conseguenze disastrose sulla nostra mente: l’Alzheimer. Come rivela un recente studio, “addestrare” il sistema immunitario contro virus e batteri potrebbe aiutare ad allontanare la demenza. L’ipotesi circola da tempo ma soltanto recentemente è stata pubblicata una ricerca sul Journal of Alzheimer’s Disease, dove si afferma come i vaccini contro tetano difterite, pertosse, herpes zoster e pneumococco riducano il rischio di Alzheimer. Parliamo di una riduzione di circa un quarto o un terzo rispetto a chi non si vaccina: numeri certamente importanti, da non sottovalutare.
Non si conoscono chiaramente le cause dell’Alzheimer: quel che sappiamo è che influisce la genetica, l’età e gli stili di vita. Come per tante altre malattie, non fumare, seguire una dieta sana e svolgere attività fisica possono aiutare a rimanere attivi anche dal punto di vista mentale, evitando di sviluppare una demenza. Hanno però una grande influenza anche altri fattori sociali come l’istruzione, la solitudine o la perdita dell’udito, riporta Repubblica. Gli effetti li conosciamo un po’ tutti: problemi di memoria, cambiamenti di umore, confusione, difficoltà nel parlare. L’essere o meno vaccinati per l’influenza e l’aver contratto alcune infezioni, potrebbe però giocare un ruolo decisivo.
Vaccino antinfluenzale riduce il rischio di Alzheimer
Paul Schulz dell’University of Texas Health Science Center di Houston, insieme al suo team, ritiene che i vaccini potrebbero essere protettori nei confronti della demenza. I dati riguardano diversi vaccini somministrati negli anziani: parliamo ad esempio di quello contro difterite-tetano e pertosse, pneumococco, zoster, o influenza. I medici hanno analizzato i registri sanitari e amministrativi di un grande numero di persone (da centomila circa a quasi un milione, a seconda dei casi), con studi retrospettivi. Hanno avuto modo di paragonare tra loro le persone vaccinate con quelle non vaccinate restringendo i fattori confondenti.
Sono riusciti così a stimare il rischio di sviluppare Alzheimer in over sessantacinquenni seguiti per diversi anni. Hanno così calcolato che il rischio demenza dopo vaccino per difterite/tetano e pertosse si riduceva del 30%. Percentuali simili sono state osservate anche per il vaccino contro lo pneumococco. Il rischio invece si riduceva del 25% con il vaccino contro lo zoster e fino al 40% nel caso dei vaccini contro l’influenza. Secondo Alzheimer’s & Dementia, il rischio di sviluppare Alzheimer è del 21% circa per una donna di 65 anni contro l’11% nell’uomo.