La forza della catena sta nella resistenza dell’anello più debole, non dalla forza di tutti gli altri: con queste parole Ilaria Capua ha descritto la situazione della pandemia da Coronavirus in Italia, in un intervento sul Corriere della Sera. La sua tesi è che “ancora una volta bisogna far leva sul patto intergenerazionale”: proteggere se stessi per proteggere il Sistema Sanitario Nazionale da un potenziale tracollo. E ancora: dalla salute dei più fragili dipenderà la ripresa dei più forti, dunque una sorta di inversione di ruoli. Partiamo però dal principio: la virologa, a differenza di qualche collega che ha mostrato un ottimismo maggiore (sia pure cauto in certi casi), ha detto che nessuno sa se ci sarà una seconda ondata di Coronavirus e se ci si può considerare fuori dall’emergenza.



ILARIA CAPUA: “PROTEGGIAMO GLI ANZIANI”

“Il virus fa il suo mestiere: fotocopia se stesso e in questa replicazione continua miete molte vittime”. Coronavirus dunque né furbo né stupido, ed è proprio per questo che non si può davvero sapere quello che succederà a breve; il Covid-19 è invisibile, impalpabile e ingannevole. “Quello che vediamo oggi è il risultato del contagio avvenuto circa due settimane fa”, e questo è un concetto che secondo la virologa non è immediato da tenere presente. Poi la Capua ha introdotto il tema degli anziani, perché nonostante il picco di casi e decessi secondo la curva dei contagi, sono sempre loro ad essere maggiormente colpiti. Persone che hanno vissuto guerra, freddo e fame, hanno vissuto la povertà sulla loro pelle e “diligentemente seguono quelle norme di comportamento che sappiamo potrebbero tenerli fuori dagli ospedali”. Ecco: partendo dal fatto che gli anziani non si lamentino delle regole sanitarie, la Capua dice che la nostra maggiore speranza di evitare una seconda ondata risiede in loro.



Ecco allora l’inversione di ruoli: la parte più forte del Paese costretta ad appoggiarsi su quella più debole, così da far sopravvivere il suo sistema economico e produttivo. “Se le persone fragili non continueranno a rispettare le indicazioni di salute e pubblica e inizieranno ad ammalarsi, non solo metteranno a repentaglio la loro vita ma costituiranno un sovraccarico che il Sistema Sanitario Nazionale potrebbe non essere in grado di gestire”. Di conseguenza, la soluzione è che si crei questo patto generazionale: dalla salute delle persone più fragili e in età avanzata dipende anche quella dei giovani, senza contare il fatto, come ha esplicitato Ilaria Capua, che “episodi significativi di malattia grave o di mortalità potrebbero indurre le autorità ad imporre un altro lockdown, che paralizzerebbe di nuovo il tessuto produttivo” oltre a creare, aggiungiamo noi, malcontenti decisamente più diffusi rispetto alla prima volta, quando sostanzialmente tutti avevano accettato la cosa avendo visto quello che stava succedendo.

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