«Abbiamo imboccato la via di uscita, mi pare evidente, non siamo dove eravamo un anno fa o sei mesi fa. Io voglio convincere le persone che questi eventi drammatici, come le pandemie e le guerre, portano con se un’energia distruttrice e una grandissima forza di rinnovamento. Noi operiamo in un sistema chiuso e non possiamo continuare a sfasciare da una parte senza che questo ricada su altri pezzi del sistema»: così Ilaria Capua ai microfoni di Porta a Porta.
La virologo dell’Università della Florida è poi tornata sulle minacce di morte ricevute sul web: «Non so perché. Quello che posso dire è che mai e poi mai che mai che venissero messe in dubbio le mie conoscenze da virologo. Io negli anni in cui lavoravo in Italia, parlavo di emergenza pandemica ed ero certa che sarebbe arrivata una pandemia. Io mi sono rimessa il camice per parlare agli italiani delle cose che sapevo e che potevo spiegare – ha messo in risalto Ilaria Capua – Alcune di queste cose evidentemente non piacciono e non vengono accettate, e si sconfina nella maleducazione e in territori che sinceramente a me spaventano».
ILARIA CAPUA: “COVID NON ANDRÀ VIA”
Ilaria Capua si è poi soffermata sulla situazione epidemiologica negli Usa, evidenziando una situazione molto diversa da Stato a Stato: «Dipende da dove si atterra e da come è stata gestita la campagna di prevenzione e di vaccinazione. Abbiamo una situazione molto a macchia di leopardo. Qui con la terza dose siamo avanti. Stiamo vivendo un fenomeno trasformazionale, il virus non andrà via: si sta endemizzando, si sta modificando e questo è un problema con cui noi avremo a che fare per moltissimo tempo. Ma non a mani nude: grazie alla scienza abbiamo un armamentario di strumenti per combattere questo virus. Tutto questo rifiuto della terza dose, ma perché? Le malattie funzionano così».
Spesso al centro del dibattito mediatico, la differenza tra vaccinati e non vaccinati in termini di infezione è stata riassunta così dall’esperta: «La virologia è una scienza abbastanza complessa. Una persona vaccinata può infettarsi, se si infetta il virus replica al livello delle prime vie e si moltiplica. Magari da una particella virale ne escono mille. Una persona non vaccinata arriva una particella virale e ne escono un milione. Quindi un non vaccinato rischia di ammalarsi gravemente e di produrre una nuvola di virus che è esponenzialmente molto più concentrata rispetto a quella di un soggetto vaccinato. Ma questo è un problema di tutti i vaccini, non solo di quello per il Covid. Non prevengono l’infezione ma riducono la replicazione virale, che ha due effetti: se si replica di meno ti ammali di meno; se si replica di meno infetti meno persone – ha concluso Ilaria Capua – Comunque una persona vaccinata elimina di meno e contribuisce di meno al contagio anche in una fase epidemica».