Ilaria Capua ospite di Mara Venier a Domenica In in collegamento dalla Florida commenta le novità circa l’emergenza sanitaria Coronavirus. “Allora qui va così così” – dice la virologa parlando della diffusone del virus Covid-19 negli Stati Uniti d’America. Poi precisa: in alcuni parti del paese e ovviamente ci sono modi diversi di comportarsi nei vari stadi, devo dire che nelle piccole città il Covid non è un grande problema, mentre è molto serio nelle grandi città”. La virologa, direttrice del centro di eccellenza One Health dell’Università della Florida parlando del Covid-19 dice: “il virus è una creatura di madre natura e noi ne abbiamo sconfitti molti di virus, sono parte della nostra esistenza e dobbiamo farci i conti. Non possiamo far finta di niente”. La Capua poi fa delle precisazioni circa il rapporto nonni – nipoti: “quando ho detto che i nonni dovevano stare lontani dai bambini è perché potrebbero trasmettere e amplificare il virus. Quello che chiedo ai nonni, alle mamme e ai bambini facciamo un patto: arriviamo al 28 giugno e facciamo una risoluzione della situazione perchè certe cose per un pò non si possono fare”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Ilaria Capua: “L’Espresso mi ha strappato la reputazione: ho dovuto ricostruirmi”
Ci sarà anche Ilaria Capua nella puntata di oggi di Domenica In condotta da Mara Venier su Rai Uno. La studiosa, oggi in Florida per dirigere il centro di eccellenza One Health dell’Università, ha dato alle stampe il libro “Il dopo. Il virus che ci ha costretto a cambiare mappa mentale” ed è evidente che il suo intervento sarà quasi totalmente incentrato sul coronavirus. Nel corso di un’intervista concessa a “7”, il settimanale del Corriere della Sera, la Capua ha parlato però anche della sua sfera personale, ricordando anche momenti poco piacevoli: “Mi ero preparata per una vita, avevo studiato e lavorato per tanti anni, per far bene questo lavoro utile in emergenza di pandemia. Ho cercato di espandere questa visione a Padova, dove ho lavorato per oltre vent’anni. Volevo portare un approccio interdisciplinare allo studio del rapporto fra virus e ospite, alla Torre della Ricerca della Città della Speranza. Purtroppo non andò in porto. Ero pronta a lasciare il Paese. D’improvviso, proprio in quel periodo, mi telefona Mario Monti allora premier e mi chiede di entrare in Parlamento; io per spirito di servizio mi lancio ma restando sui miei temi, ricerca, Ebola, influenza, antibiotico, resistenza: sugli argomenti che conosco. Poi è arrivato l’ Espresso , che con un’accusa pesante e falsa mi ha strappato la reputazione di dosso, mi ha trasformato in un essere criminale. Ho dovuto gestire, difendermi, ricostruire e ricostruirmi”.
ILARIA CAPUA: “HO DOVUTO RICOSTRUIRMI, L’ESPRESSO MI HA STRAPPATO LA REPUTAZIONE”
Ma cosa veniva contestato ad Ilaria Capua? L’Espresso pubblicò un’inchiesta dal titolo “Trafficanti di virus” in cui la scienziata veniva associata ad una presunta cessione illecita di stipiti virali ad aziende farmaceutiche per la produzione di vaccini veterinari. Nel luglio del 2016 fu prosciolta dall’accusa di “traffico illecito di virus”, nell’inchiesta della procura di Verona, perché “il fatto non sussiste”. Ma evidentemente quella ferita brucia ancora e per superare la gogna mediatica Ilaria Capua ha dovuto ricorrere anche ad un aiuto di tipo psicologico: “Quando sei in quelle condizioni prendi sostegno dove lo trovi. Ti fai aiutare dalla gente. La mia coach, Luisa Bagnoli, l’ho incontrata a un evento della Deutsche Bank. Strana e imprevedibile la vita, proprio quando finalmente è arrivata la completa riabilitazione, io avevo già dovuto scegliere un nuovo Paese, dove ho inventato una nuova professione che non facevo in Italia, ho sviluppato un centro che ruota intorno alla Salute circolare. E ora, dopo 4 anni che sono negli Stati Uniti, mi ritrovo a fare quello che avrei dovuto fare se fossi rimasta in Italia. In ogni caso l’ho fatto perché ho capito che ce ne era bisogno. So bene che non c’è gloria che tenga. Siamo tutti fragili”.