Tra feste private e scuole, passando per il ritorno alla normalità: Ilaria Capua a tutto tondo ai microfoni del Corriere della Sera. La virologa si è soffermata sul recente aumento di casi positivi ed ha invitato gli italiani a rafforzare il proprio impegno, ribadendo quali sono le principali regole da rispettare: «La mascherina va portata sempre, sottolineo sempre, tranne che in casa e nella propria macchina se si è soli. Se si usa il car sharing meglio indossarla. Il disinfettante va tenuto sempre con sé, lavando le mani più spesso possibile con acqua e sapone. Il virus viene trasportato da goccioline pesanti, che tendono a cadere rapidamente. La distanza interpersonale di due metri ci protegge, in quanto il virus non è in grado di superarla indenne». L’esplosione dei contagi non è legata alla riapertura delle scuole, ha sottolineato la Capua, che ha poi promosso i limiti ad assembramenti nei locali e alle feste private: «Lo trovo giusto, anche se più che il numero di persone conta la provenienza e lo stato sanitario dei presenti».
ILARIA CAPUA: “NORMALITÀ TRA UN PAIO DI ANNI”
Il ritorno alla normalità è atteso per il 2023, ha spiegato Ilaria Capua facendo un esempio per chiarire il suo giudizio: «Credo che in questo periodo, per fare un esempio, non sia saggio fare una festa di matrimonio con invitati da mezza Italia. Paradossalmente il raduno di cento abitanti di un paesino sarebbe meno rischioso di un gruppetto di individui che arrivano da aree diverse. Ovviamente non bisogna rinunciare a sposarsi: si può fare una cerimonia più piccola e rimandare l’evento di un paio d’anni, quando presumibilmente saremo tornati a una normalità». La virologa ha poi escluso l’ipotesi di lockdown regionali – «di troppe regole si muore» – sottolineando che è necessario reinventare la movida per evitare che il virus continui a circolare tra i più giovani. «Per un po’ certe cose non si potranno fare, bisogna cercare soluzioni alternative, creative. La si può anche vedere sotto l’aspetto economico: un paziente in terapia intensiva costa al Sistema sanitario circa 100mila euro», il suo pensiero.