Ilaria Capua, direttrice dell’UF One Health Center dell’università della Florida, è intervenuta nella serata di giovedì 22 luglio 2021 ai microfoni di “In Onda”, trasmissione di La 7, per commentare la situazione connessa alla pandemia di Coronavirus e alla campagna vaccinale. Inevitabile il riferimento alle dichiarazioni rilasciate dalla professoressa nelle ore precedenti alla sua apparizione televisiva: “Tante persone non capiscono che quando entrano in ospedale inizia un conto – ha asserito l’esperta – e quel conto è costituito da una componente di trattamento e una componente legata a tenere gli ospedali in piedi”.



Poi, l’esempio: “Qualcuno decide di non vaccinarsi per scelta, perché pensa che non finirà in ospedale. Però, se ci finirà, lo Stato lo curerà. Tuttavia, se questa persona fosse rimasta a casa sana, non ci sarebbe stato il bisogno di ricorrere al ricovero. Ecco allora che dobbiamo cercare di avere rispetto per il servizio pubblico: la degenza e l’ospedalizzazione costano, gli ospedali sono al tracollo, medici e infermieri non pensavano mai di vedere tutte le morti che hanno visto”.



ILARIA CAPUA: “TRA 10 ANNI I MALATI COVID…”

Nel prosieguo del suo intervento ai microfoni di “In Onda”, Ilaria Capua ha riferito che si sono vaccinate centinaia di migliaia di persone e in tutti i Paesi si ha l’evidenza che il vaccino funziona. Per contro, più la platea di no vax sarà numerosa, più sarà elevato il costo che il sistema sanitario sosterrà. Quindi, “la mia è una provocazione per indurre le persone a vaccinarsi. I sieri sono efficaci anche contro le varianti, per quanto riguarda la prevenzione della malattia grave”.

La professoressa Capua ha quindi concluso dicendo che chi si ammala di Coronavirus tra dieci anni correrà più rischi rispetto a chi si sarà sottoposto al vaccino, evidenziando che in passato i vaccini inoculati non erano così sofisticati, eppure non si è registrata tutta questa ritrosia: “Ci stiamo perdendo in un bicchier d’acqua. Abbiamo 5 milioni di persone non vaccinate e che sono a rischio di infezione. Se riusciremo a vaccinarle, quando arriverà l’autunno e si starà molto più tempo al chiuso, esse saranno protette e i fenomeni di contagio saranno limitati”.