La virologa Ilaria Capua è intervenuta ieri sera nel corso della trasmissione di La7 “DiMartedì”, facendo il punto sulla pandemia di Coronavirus in Italia: “Interpreto i dati che abbiamo come interpreto quelli del resto d’Europa, cioè stiamo pagando il conto di quello che abbiamo fatto nei mesi precedenti. Sono sempre numeri molto alti: dobbiamo tenere gli argini, non possiamo pensare di perdere l’attenzione e dobbiamo continuare a fare le cose che sappiamo di dovere fare. Siamo vicini alla salvezza, perché la campagna di vaccinazione è iniziata”. L’esperta si è detta preoccupata dal fatto che, dopo un anno di battaglia, “sono sfiniti i medici, gli infermieri, le persone che devono prendere le decisioni. Il capo del Comitato di crisi del Belgio si è addirittura dimesso qualche giorno fa. Non bisogna avere paura di dire ‘non ce la faccio più’, perché quando si è sfiniti si finisce per fare danni”. Inoltre, “i cittadini, dimenticandosi o essendo smarriti rispetto alle regole, rischiano di alimentare un contagio che poi ricade sulle strutture sanitarie. Dalla pandemia non si esce con i governanti”.
ILARIA CAPUA: “FINE PANDEMIA NON PRIMA DEL 2023”
Ilaria Capua, interpellata sulle varianti Covid brasiliana, britannica e sudafricana ha confermato che siano più contagiose (“Il Coronavirus tradizionale ha un indice di trasmissione X, quello mutato X + qualcosa”), rimarcando però che “non si può dire che siano più letali, perché i dati non lo dimostrano”. Inoltre, “i vaccini che rispondono alla proteina esterna sono vaccini che proteggono anche dalle varianti, poiché essa non è stata toccata dalle mutazioni. Ma se anche il virus si modificasse, basterebbe produrre un’altra sequenza di mRna, aggiornando il vaccino in maniera molto semplice”. Adesso l’obiettivo è quello di arrivare al più presto alla vaccinazione di 42 milioni di italiani, partendo, come fatto in questi giorni, dalle categorie più esposte al contagio e più a rischio di finire in ospedale. “Soltanto quando i nosocomi potranno ricominciare a servire i cittadini potrà ripartire il Paese – ha spiegato Capua –. Dobbiamo arrivare prima dell’estate a vaccinare tutta quella fascia di popolazione a rischio, perché il virus continuerà a circolare e quando l’immunità calerà si vedranno focolai. Se gestiremo bene la campagna, io credo che per tutto il 2021 cercheremo di abbassare il numero dei focolai, nel 2022 la popolazione sarà in gran parte vaccinata e avremo molte meno mascherine. Non credo, tuttavia, che prima del 2023 potrà esserci un liberi tutti”.