Ilaria D’Amico si appresta a tornare in tv a ottobre con “Che c’è di nuovo”, talk show che andrà in onda in prima serata su Rai Due ogni giovedì. La conduttrice, ai microfoni de “Il Giornale”, ha confidato che gli ultimi due anni, trascorsi lontano dal piccolo schermo, sono stati bellissimi: “Non mi mancava per nulla la conduzione, perché dopo 23 anni di lavoro ininterrotto avevo proprio sentito l’esigenza di fermarmi per logiche familiari, per impegni e per il bisogno di staccare rispetto a un percorso meraviglioso e irripetibile che mi aveva dato tanto ma che in qualche modo si era esaurito”.



Dopo una significativa porzione di carriera trascorsa nel mondo del pallone, Ilaria D’Amico ha però deciso di cambiare settore ed è stata lei stessa a spiegare le ragioni di questa virata: “Io adoro il calcio. Per me è passione autentica, non smetterò mai di occuparmene, anche perché ne è coinvolta tutta la famiglia, da Gigi ai quattro figli maschi (Louis Thomas e David Lee, figli dell’ex portiere della Juve e di Alena Seredova; Pietro, figlio di lei e del primo marito; Leopoldo Mattia, figlio di entrambi, ndr). Però, era arrivato il momento di tornare all’altra mia grande passione: l’informazione sociale e politica”.



ILARIA D’AMICO: “GIGI BUFFON E I RAGAZZI SONO CONTENTI DEL MIO RITORNO IN TV”

A “Il Giornale” Ilaria D’Amico ha anche confidato che Gigi Buffon e i ragazzi sono stati tutti molto contenti del fatto che lei tornasse a lavorare in televisione: “Dopo un anno e mezzo in cui mi hanno avuto costantemente presente in casa – ha scherzato –… Ma sono totalmente schierati con me, supporter delle mie scelte professionali e questo mi fa sentire bene. Le nuove avventure sono sempre entusiasmanti nonostante tutti i rischi che comportano”.

Nel 2007 Ilaria D’Amico debuttò su La7 alla conduzione con “Exit”, programma d’informazione e da allora il mondo “è cambiato tantissimo, ma abitavamo un pianeta complicato anche allora. Oggi viviamo in un mondo ancora più incerto e questo comporta che dobbiamo essere più attenti, cauti e tranquillizzanti, ma anche feroci quando dobbiamo spiegare situazioni difficili a chi ha bisogno e voglia di capire”.