SECONDO “REP” IL PD STAREBBE PENSANDO DI CANDIDARE ILARIA SALIS ALLE EUROPEE. LA FAMIGLIA PER ORA SMENTISCE MA…
Ilaria Salis candidata alle Elezioni Europee 2024: sarebbe questa l’opzione valutata in queste ore dal Pd di Elly Schlein, o quantomeno da parte della Segreteria dem: sull’ipotesi in realtà se ne parla da un po’ di tempo anche perché sarebbe un modo con cui, ottenendo l’immunità parlamentare nell’Eurocamera, potrebbe essere liberata dal carcere di Budapest dove è detenuta da 13 mesi con l’accusa di violenta aggressione di tre militanti di destra in Ungheria. Pensare però a candidarla nelle liste per le Europee dell’8-9 giugno è un passo non da poco che rischierebbe tra l’altro di forzare ulteriormente il rapporto diplomatico Italia-Ungheria sul processo in corso per Ilaria Salis.
Oggi sul quotidiano “La Repubblica” – nel giorno in cui si teneva la nuova udienza del processo a Budapest – viene dunque riportato il “rumors” dal Nazareno in merito al sondaggio lanciato da Schlein coi suoi fedelissimi: secondo le fonti del quotidiano diretto da Maurizio Molinari, l’idea sarebbe venuta direttamente dalla segreteria del Partito Democratico che subito ha riunito i suoi fedelissimi per discutere del tema ostico delle candidature. Insegnante anarchica di 39 anni, Ilaria Salis è accusata di aver partecipato e aggredito militanti durante una manifestazione antifascista contro il Governo Orban: sempre secondo “Rep”, la famiglia Salis avrebbe al momento escluso un coinvolgimento politico diretto. Certo, resta il tema dell’immunità parlamentare che non è da poco visto quanto emerso oggi in udienza, con il giudice ha respinto la richiesta di domiciliari richiesta dalla difesa Salis per via dei suoi precedenti in altre manifestazioni non consentite in Ungheria. Se fosse eletta in un seggio al prossimo Parlamento Ue la legge prevede che Ilaria Salis possa godere dell’immunità evitando così la detenzione (al momento giunta a 13 mesi, ndr).
LE REAZIONI ALLA POSSIBILE CANDIDATURA DI ILARIA SALIS: PD SI SPACCA, IL VICEPREMIER TAJANI “COSÌ NON LA SI AIUTA”
Secondo i colleghi di “La Repubblica” Schlein in primis non avrebbe preso una decisione netta ma vuole appunto discutere con la Segreteria Pd per capire se qualcuno possa sostenere tale opzione: durante l’incontro al Nazareno, raccontano le fonti, se n’è parlato in tono informale senza poi discuterlo ufficialmente durante la riunione ufficiale del Partito Democratico avvenuta ieri. Già con queste prime notizie “scarne” in nostro possesso, emergono i primi dissapori in un partito che già vive diverse tensioni al proprio interno per gli urgenti dossier politici affrontati dalla Segretaria dem: per “Rep”, Marina Sereni – molto vicina alla corrente di Dario Franceschini – ha espresso forti dubbi sulla possibilità di candidare Ilaria Salis dalle Europee, sia per le accuse che pendono sulla 39enne brianzola, sia per il complicato caso politico che verrebbe a crearsi con la candidatura di una detenuta.
Diversamente dall’ala più “centrista” presente nel Pd, il fidato (per Schlein) Alessandro Zan si è invece subito schierato a favore dell’idea: oggi in Aula a Budapest, tra gli altri, v’erano in delegazione diversi esponenti Pd e della sinistra italiana. Oltre a Nicola Fratoianni e Ilaria Cucchi dell’Alleanza Verdi Sinistra, in Tribunale si sono presentati Laura Boldrini e Sandra Zampa in rappresentanza dei gruppi parlamentari Pd di Camera e Senato. Le reazioni però non sono tutte “concordi” con l’idea di politicizzare il caso Salis, come esprime nettamente il vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani: «mi auguro che la signora Salis possa essere assolta, ho visto che oggi è stata portata in aula ancora in manette e catene ma pare che poi gliele hanno tolte. Non è un bel modo, non mi pare ci sia pericolo di fuga», ha detto a Sky TG24 il leader di Forza Italia, aggiungendo «A me preoccupa la cittadina Salis non mi interessa se poi vogliono candidarla ma se si deve trasformare il processo in scontro politico lo scontro politico non favorisce la signora Salis». Schlein al momento non ha deciso, anche perché il nodo candidature – a cominciare dalla stessa Segretaria dem – è tutt’altro che vicino alla risoluzione: resta l’ipotesi di concedere la possibilità di un’immunità per obbligare i giudici ungheresi alla scarcerazione, in attesa della sentenza finale.