ILARIA SALIS TORNA IN CARCERE… E CHIEDE DI ABOLIRLI: COSA HA DETTO L’EUROPARLAMENTARE AVS DOPO SAN VITTORE

Serve un mondo senza celle, senza più carceri, dove ad esempio chi viene arrestato perché occupa illegalmente immobili poi non possa finire in carcere: a teorizzare il proprio “piano carceri” ci ha pensato Ilaria Salis, europarlamentare eletta con AVS e con decise pendenze legali in Italia proprio sul fronte occupazione illegale di case. Dopo la scarcerazione dall’Ungheria (dove è sotto processo per aggressione e violenze gravi contro manifestanti di destra) per effetto della candidatura in Europa, Salis dopo le prime sedute a Strasburgo ha deciso di prendersi un periodo di vacanza in montagna e al ritorno si è presentata a sorpresa nel carcere San Vittore di Milano per valutare lo stato delle cose in uno dei luoghi più sotto stress dal sovraffollamento di detenuti.



Le visite ai carcerati sono uno dei diritti/doveri dei parlamentari anche europei e dunque bene ha fatto Ilaria Salis a valutare da vicino e di persona le tante difficoltà presenti in quello come in altre carceri italiane: la mancanza di personale, le celle minuscole e riempite oltre modo, i suicidi e l’autolesionismo. Fin qui la valutazione di Salis è stata coerente e giusta con le gravi lacune del sistema carcerario italiano: il problema è quando ha provato a dare le sue “ricette” per risolvere il problema. Invece di costituire un piano carceri a tutto tondo (sulla scia di quanto iniziato a fare dal Ministro della Giustizia Nordio) unendo le proposte delle opposizioni, il video social postato da Salis dopo la visita in San Vittore resta una lista di “desideri” tra il surreale e l’utopico, della stessa stregua di quanto da anni teorizzano centri sociali e comitati radicali.



IN COSA CONSISTE IL “PIANO CARCERI” DI ILARIA SALIS: “BASTA DETENUTI CHE OCCUPANO CASE O RUBANO, DEVONO USCIRE”

«Favorire accesso a misure alternative per tutti; niente nuovi reati, vanno depenalizzati reati minori. Limitare misure cautelari in carcere prima del processo e infine ampliare durata della libertà anticipata»: ma quanto spiega Ilaria Salis nel suo video viene poi aggiunto di particolari non da poco nel confronto con alcuni cronisti, tra cui i colleghi di “La Repubblica”. «Io però credo che si debba andare verso una società che superi il carcere», spiega l’europarlamentare con “freezato” il processo in Ungheria grazie all’immanità europea, «Davanti ai rapporti di ingiustizia un approccio è l’espulsione delle persone dalla società̀, chiuderle in un luogo per sentirsi al sicuro e non prendersene più̀ carico».



Per carità, il concetto di rieducazione in carcere e fuori con misure alternative è auspicabile nonché sperimentabile: farlo però cancellando una riga quanto si è commesso perché considerato “veniale”, ecco da qui ne passa. Sulla depenalizzazione Ilaria Salis cita diversi casi concreti, tra cui alcuni molto “vicini” a lei: da un lato infatti invita alle pene alternative garantendo accesso a tutti, anche gli stranieri che non hanno un domicilio, ma subito dopo aggiunge «depenalizare i piccoli reati contro il patrimonio compiuti per necessità, chi ruba nei supermercati perché ha fame e non ha lavoro, chi occupa una casa perché non può permettersi un tetto e gli enti che gestiscono l’edilizia popolare non assegnano le abitazioni sfitte». Secondo Salis serve una società senza carcere, senza più celle: è auspicabile ma un confine tra realtà e utopia serve sempre e dal “piano carceri” made in Salis tale linea sembra alquanto “confusa”.