Da tempo la vicenda di Ilaria Salis è al centro delle pagine di cronaca, tra le numerose denunce presentate della ragazza, attualmente detenuta in Ungheria, e il caso politico che si è creato attorno, tra chi accusa il governo di non fare abbastanza e chi, invece, chiede di ignorare la questione. L’attivista milanese è attualmente in attesa di un processo a Budapest, in seguito all’arresto avvenuto circa un anno fa in occasione del ‘giorno dell’onore’.



In quell’11 febbraio, che in Ungheria commemora il battaglione nazista che tentò invano di evitare l’assedio dell’URSS a Budapest, Ilaria Salis, secondo l’accusa, avrebbe preso parte al pestaggio di un manifestante neonazista. Dal conto suo l’attivista si è sempre proclamata innocente, sostenendo di aver, sì, preso parte ad una manifestazione, ma di carattere pacifico che si è tenuta in un luogo differente dal pestaggio. Sempre secondo l’accusa, Ilaria Salis è stata immortalata in un video di sorveglianza, mentre lei in aula ha negato di riconoscersi all’interno delle immagini. Ora, la ragazza milanese chiede di poter tornare in Italia, lamentando il fatto che nel carcere ungherese viva in pessime condizioni, tra sporcizia ed insetti, mentre è apparsa in tribunale incatenata a meni e piedi.



Perché non si riesce ad ottenere l’estradizione di Ilaria Salis?

La ragione per cui Ilaria Salis si trova in Ungheria, dunque, è chiara, ma perché non si riesce a riportare l’attivista in Italia? Questa circostanza, infatti, è regolata dal diritto comunitario europeo, secondo il quale ai detenuti di altre nazionalità va riservato lo stesso trattamento che riceverebbero i residenti, mentre si dispone anche la possibilità di espatriare, durante il processo, i detenuti affinché possano scontare la loro pena sul proprio territorio.

Eppure, nonostante il diritto europeo, Ilaria Salis rimane in Ungheria. Uno scoglio, quest’ultimo, tecnicamente creato dalla stessa attivista, che ha rifiutato di patteggiare l’accusa (proclamandosi innocente) tardando il processo. Solo una volta che si sarà concluso questo, infatti, se sarà condannata si potrà ottenere l’estradizione in virtù del diritto europeo, mentre se fosse innocente potrebbe tornare in Italia da cittadina libera. Ilaria Salis, inoltre, ha presentato richiesta per scontare la pena in attesa del processo ai domiciliari che le permetterebbero, con il supporto di ambasciata e ministro degli Esteri, di tornare in Italia, ma ha ottenuto per tre volte un diniego dalle autorità ungheresi. Quest’ultimo punto è controverso, ma secondo i giudici l’attivista sarebbe ad alto pericolo di fuga.