Giorgia Meloni è intervenuta in prima persona sul caso di Ilaria Salis, la ragazza italiana detenuta in Ungheria, presso un carcere di Budapest, due giorni fa apparsa in tribunale legata per mani e piedi e controllata a vista da due agenti incappucciati di un corpo speciale. Il presidente del consiglio, come riferisce TgCom24.it, ha chiamato il suo omonimo, Viktor Orban in vista del Consiglio dell’Unione Europea di domani, portando all’attenzione dello stesso il caso della nostra connazionale detenuta, nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, così come fa sapere Palazzo Chigi.



Sulla vicenda si era in precedenza espresso il ministro degli esteri, Antonio Tajani, che parlando con i microfoni di Radio 1 aveva spiegato: “Questa volta mi sembra si sia ecceduto. Sul rispetto della persona non possiamo transigere”. Parole ribadite in audizione alle Commissioni Esteri di Camera e Senato, “Sulla dignità di Ilaria Salis così come di qualsiasi persona detenuta non possiamo transigere” ha detto il vice premier, definendo i trattamenti riservati dalla detenuta come “inammissibili e sproporzionati rispetto alle esigenze procedurali e non in linea con la direttiva comunitaria su detenuti in attesa di giudizio”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ILARIA SALIS, PROCESSO AL VIA: LEGATA A MANI E PIEDI, TAJANI: “GOVERNO UNGHERESE INTERVENGA”

E’ iniziato nelle scorse ore in Ungheria il processo ad Ilaria Salis, 39enne maestra italiana, di Milano, che si trova in carcere da quasi un anno, dal febbraio 2023, a Budapest, accusata di lesioni aggravate nei confronti di due neonazisti nel corso delle manifestazioni per il “Giorno dell’onore”. L’imputata è entrata in aula legata per mani e piedi, tenuta da una catena e sorvegliata da due agenti di un corpo speciale di polizia penitenziaria con tanto di giubbotto antiproiettile e passamontagna, così come scrive RaiNews.



Immagini che hanno fatto il giro dell’Italia e che hanno spinto alla disapprovazione di Antonio Tajani, vice presidente del consiglio nonché ministro degli esteri, che ha spiegato: “Chiediamo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie della cittadina italiana detenuta in attesa di giudizio”. In seguito il titolare della Farnesina ha dato disposizioni al segretario generale Riccardo Guariglia di convocare l’ambasciatore ungherese a Roma come protesta nei confronti delle condizioni di detenzione di Ilaria Salis, e oggi l’ambasciatore italiano a Budapest incontrerà le autorità ungheresi.

ILARIA SALIS, PROCESSO AL VIA: LEGATA A MANI E PIEDI. IL COMMENTO DEL PAPÀ

Nel corso del processo la procura ha ribadito la sua richiesta di condanna a 11 anni di carcere, ma Salis può essere condannata fino a 16 anni secondo il codice penale vigente. Richiesta ritenuta “eccessiva” dal papà di Ilaria, il signor Roberto, che si è detto preoccupato per le condizioni di detenzione della figlia, che ha descritto come disumane attraverso alcune lettere inviate in Italia. All’agenzia di stampa Ansa ha poi aggiunto che: “Domani (oggi ndr) vedrò l’ambasciatore italiano in Ungheria, finalmente tra un party e l’altro ha trovato l’occasione per incontrarci. È dal primo ottobre che sto gridando questa storia -vox clamantis in deserto, spero che qualcuno esca fuori dall’oasi e si accorga di chi sta nel deserto”.

Salis ha spiegato anche di aver ricevuto una comunicazione istituzionale in cui “mi accusano di non aver prenotato una call, cercando di gettare la colpa sulla famiglia. Non si stanno facendo progressi e, oltre a non fare azioni concrete, trovo intollerabile prendersi gioco dei cittadini. La call non è stata fatta perché io attendevo che loro mi mandassero il link della chiamata”