NIENTE DOMICILIARI PER ILARIA SALIS: COME È ANDATA L’UDIENZA DEL PROCESSO A BUDAPEST

Il giudice di Budapest non ha concesso i domiciliari ad llaria Salis, la 39enne insegnante di Monza in carcere negli ultimi 13 mesi con l’accusa di grave aggressione e pestaggio ad alcuni militanti di destra durante una manifestazione anarchica nella capitale di Ungheria: per questo motivo, con la respinta delle richieste della difesa, Ilaria Salis dovrà rimanere ancora in carcere almeno fino alla fine del processo. Il tribunale di Budapest, nelle parole del giudice Jozsef Sós, ha respinto la richiesta dei domiciliari: «Le circostanze non sono cambiate, esiste sempre il pericolo di fuga», spiega il magistrato titolare del processo svoltosi ancora oggi dopo l’ultima udienza dello scorso gennaio.



Per vizi tecnici, i tempi delle udienze si sono prolungati e per questo oggi è stata ascoltata solo Ilaria Salis mentre le testimonianze delle due vittime dell’aggressione saranno audite nella prossima udienza già fissata per il 24 maggio 2024. Roberto Salis, il padre di Ilaria, è uscito dall’aula subito dopo che il giudice ha reso nota la sua decisione: «è l’ennesima prova di forza di Orban. Mia figlia ancora in catene e manette, è inaccettabile». In mattinata il padre di Ilaria aveva detto che sarebbe stato imbarazzante per le autorità italiane se dall’Ungheria fosse giunta una respinta alla richieste per i domiciliari durante il processo in corso. La «non pericolosità» dell’imputata, hanno poi aggiunto dal tribunale – secondo quanto rivela il “Corriere della Sera” – sarà valutata nel corso del processo e al momento non bastava per poterla far uscire dalla cella: a pesare il fatto che già in passato Salis era comparsa altre volte in tribunale sempre per vicende legate a manifestazioni presunte violente.



ILARIA SALIS IN MANETTE E CATENE: LO SCONTRO POLITICO TORNA A RIACCENDERSI. ZEROCALCARE: “CI HANNO MINACCIATO I NEONAZI”

Oltre a dover rimanere in carcere almeno fino alla prossima udienza prevista a fine maggio, la vicenda di Ilaria Salis detenuta in Ungheria ha riacceso nuovamente le polemiche politiche per le immagini giunte dall’udienza di Budapest: esattamente come in gennaio, la 39enne anarchica anti-Orban è stata trasportata all’interno del Tribunale con «le manette ai polsi, ceppi e catene alle caviglie e una catena tirata da un agente come un guinzaglio», spiega l’inviato dell’ANSA. In una lettera scritta a mano, Ilaria Salis ha annunciato di aver autorizzato la stampa italiana alla pubblicazione di foto che la ritraggono in manette per mostrare al mondo le condizioni della giustizia ungherese.



«Io mi auguro che la signora Salis possa essere assolta, ho visto che oggi è stata portata in aula ancora in manette e catene ma pare che poi gliele hanno tolte. Non è un bel modo, non mi pare ci sia pericolo di fuga. Detto questo eviterei di politicizzare il caso se no si rischia lo scontro», è il primo commento del vicepremier Antonio Tajani dopo la nuova udienza sul caso Salis, rispondendo anche alle “voci” secondo cui il Pd starebbe sondando la candidatura di Ilaria alle prossime Elezioni Europee. In aula diversi esponenti della sinistra italiana, a cominciare da Ivan Scalfarotto di Italia Viva, Nicola Fratoianni e Ilaria Cucchi dell’Alleanza Verdi Sinistra, Laura Boldrini e Sandra Zampa per i gruppi parlamentari Pd di Camera e Senato. All’udienza presente anche il fumettista Zerocalcare che con il padre di Salis e l’avvocato è rimasto per alcuni momenti “accerchiato” da grida e insulti da parte di militanti di destra all’uscita dal Tribunale. «Era presidiato da neonazisti, pensavo fossero guardie poi ho visto i simboli», denuncia Zerocalcare al “Corriere della Sera”.

«L’Ungheria di Orbán vuole tenere il punto, mostrarsi ferma su una posizione irragionevole, per un fatto che si vuol punire in modo oggettivamente sproporzionato. L’Europa deve chiedersi se un Paese che si definisce ‘illiberale’, e come tale si comporta, sia ancora compatibile con l’Unione. Mi aspetto che Giorgia Meloni e Antonio Tajani facciano sentire forte la loro voce con il governo ungherese», dichiara invece Scalfarotto arrivando a Budapest. Per i difensori italiani, gli avvocati Mauro Straini ed Eugenio Losco (quest’ultimo presente in aula), si tratta di «una misura all’evidenza sproporzionata, lesiva della dignità umana e della presunzione di innocenza», commentano all’Adnkronos dopo le immagini delle manette e catene per Ilaria Salis, «Ci aspettavano e ci hanno insultato e minacciato in ungherese», ha aggiunto il legale.