Continua la complicata vicenda di Ilaria Salis, attivista antifascista milanese detenuta in Ungheria in condizioni che lei stessa ha definito inumane e che è apparsa, alcuni giorni fa, in aula con un guinzaglio collegato alle catene che le cingevano le mani. In merito al caso, si è già mossa la premier Giorgia Meloni, che ha interpellato Viktor Orbán chiedendo un processo rapido ed equo, oltre che un trattamento umano che rispetsalisti il diritto europeo.



Contestualmente a questi scambi diplomatici, che non sembrano utili a rendere più semplice la detenzione dell’attivista, visto che Orbán ha sottolineato che la magistratura ungherese dipende dal parlamento e non dal governo, il legale di Ilaria Salis, Eugenio Losco, ha rilasciato una nuova dichiarazione. Secondo l’avvocato, l’attivista è intenzionata a rifiutare il patteggiamento, perché “nell’udienza di lunedì si è dichiarata estranea ai fatti, quindi il processo è già iniziato e sono state introdotte le prove”. Ilaria Salis, sottolinea ancora Losco, “ha deciso di difendersi nel merito e vuole dimostrare in aula la sua innocenza“, e ci tiene a ricordare che l’altro imputato tedesco che ha accettato il patteggiamento “è stato condannato a 3 anni [ma] sta ancora in carcere a Budapest”.



Gergely Gulyás: “La versione di Ilaria Salis è piena di bugie”

Così, mentre Ilaria Salis attende pazientemente e continua a chiedere di poter tornare in Italia a scontare l’eventuale pena (richiesta respinta già tre volte dall’Ungheria), arriva anche una sua nuova denuncia. Pare, infatti, come ha riferito lei stessa, tramite il suo avvocato, all’ambasciata a Budapest, che le autorità ungheresi l’abbiano recentemente “costretta a firmare un verbale in ungherese, senza che [le] sua stato tradotto il contenuto”.

Giorgia Meloni, nel frattempo, che ha agito secondo tutte le sua possibilità politiche e giuridiche, ha ribadito che per discutere del rimpatrio di Ilaria Salis dovremo prima “sapere come andrà il processo”. I legali della ragazza, comunque, sono intenzionati a fare ricorso alla Cedu per l’inumano trattamento riservato alla detenuta, appellandosi ad una precedente condanna contro l’Ungheria in merito al trattamento che venne riservato nel 2017 ad una famiglia irachena. Sul caso di Ilaria Salis, infine, è intervenuto anche Gergely Gulyás, capo del gabinetto del governo di Budapest, che ha ricordato come si tratti di un “membro di un gruppo criminale antifascista. Ai criminali”, ha spiegato, “deve essere garantita anche la dignità umana, e nel caso della persona in questione sono stati rispettati sia gli standard ungheresi che quelli dell’Ue“. La ragazza riceverebbe “tre pasti al giorno” mentre i topi sarebbero “una bugia” e sottolinea che “la struttura di detenzione non ha l’obiettivo di offrire lusso ai detenuti”.