PROCESSO ILARIA SALIS, LA POSIZIONE DEL GOVERNO D’UNGHERIA: “RICHIESTE DALL’ITALIA INUTILI, ACCUSE MOLTO GRAVI. NON È UNA MARTIRE”

«Ilaria Salis non è una martire» e «sono inutili le richieste dall’Italia di interferire sul processo»: il sempre più intricato caso Salis sull’asse Italia-Ungheria si arricchisce di un importante risvolto giunto dalla nota del portavoce del Governo Orban. Con il preciso intento di esporre prima i “fatti” e poi la “versione” dell’esecutivo, Budapest prende diretta posizione in merito alle accuse formulate dalla Procura contro la maestra italiana. Grave aggressione e pestaggio di alcuni militanti di destra durante una manifestazione anarchica nella Capitale: di questo Ilaria Salis è accusata dai giudici di Budapest e dopo l’ultima udienza prima di Pasqua è stata respinta la richiesta degli arresti domiciliari in Ungheria è stata respinta dal giudice Jozsef Sós.



Ancora con catene e “guinzaglio” trasportata all’udienza, le polemiche internazionali e nel nostro Paese sono riesplose sul caso Salis dopo 13 mesi di carcerazione preventiva, motivati dal Tribunale di Budapest lo scorso giovedì con «il rischio di fuga». Dopo la telefonata del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la solidarietà umana e politica alla famiglia Salis (con risposta diretta della stessa Ilaria), il Governo ungherese ha deciso di intervenire tramite il portavoce Zoltan Kovacs: con un lungo post su X il portavoce di Orban sottolinea il motivo delle errate richieste italiane, tanto politiche quanto dai mezzi di informazione.



«Da metà febbraio, il padre di Ilaria Salis, Roberto Salis, ha fatto il giro dei media europei dicendo di essere “preoccupato” per la sicurezza di sua figlia finché sarà in Ungheria. Per questo hanno chiesto gli arresti domiciliari in Italia»: spiega Kovacs, sottolineando come già il Ministro degli Esteri Szijjártó aveva ribadito che sarà deciso dal tribunale, «che è un organismo indipendente». Giovedì la decisione di non scarcerare la maestra brianzola, citando il rischio di fuga o nascondiglio per un’imputata che rischia condanna a 11 anni secondo la legge ungherese: «c’è il ragionevole sospetto che Ilaria Salis si sia recata in Ungheria con i suoi due sodali antifascisti, con l’obiettivo di picchiare persone innocenti per le strade di Budapest. Nel frattempo, i media italiani hanno fatto del loro meglio per dipingere Salis come un martire», sottolinea Kovacs. Cita poi ancora le parole di un mese del Ministro diplomatico Szijjártó, ovvero quando disse quanto sia «sorprendente che stiano cercando di interferire in un caso giudiziario ungherese dall’Italia».



LA REAZIONE DI ROBERTO SALIS ALLE PAROLE DEL PORTAVOCE DI ORBAN: “VERDETTO È GIÀ STATO EMESSO”

Il Governo dell’Ungheria risponde per le rime alle richieste della stampa italiana, così come dal padre di Ilaria Salis: «non si è trattato di un crimine commesso per capriccio ma di un atto ben ponderato e pianificato. Hanno quasi ucciso delle persone in Ungheria, e ora lei è dipinta come una martire», spiegava duramente il Ministro di Orban. Nella nota di Kovacs si conclude come nessun gruppo di estrema sinistra, e nessuno in generale «dovrebbe vedere l’Ungheria come una sorta di ring di pugilato dove vengono e pianificano di picchiare qualcuno a morte». E la chiosa finale riguarda proprio la posizione diplomatica che potrà assumere l’Italia: «nessuna richiesta diretta da parte del governo italiano (o di qualsiasi altro importante organo di informazione) al governo ungherese renderà più semplice difendere la causa di Salis, perché il governo, come in qualsiasi altra democrazia moderna, non ha alcun controllo sui tribunali».

Raggiunto dai cronisti all’uscita dal Senato, il padre di Ilaria Salis commenta del tutto sfiduciato l’intervento del portavoce Kovacs: «non sono fiducioso, mi pare che anche oggi il portavoce di Orban abbia avuto una posizione abbastanza netta e dura». Per Roberto Salis, il processo è già stato fatto, «il verdetto è già stato emesso, non si capisce perché proseguano con le udienze. Quando c’è un politico che se la prende con un privato cittadino di un altro Stato è chiaro che c’è qualcosa di incredibile, c’è una spiccata tendenza alla tirannide da parte dell’Ungheria». Uscendo dall’incontro con un politico che ha aderito al comitato Ilaria Salis, il padre della maestra rinchiusa in Ungheria non commenta le notizie sulla possibile candidatura nel Pd per la figlia alle prossime Europee: «Scettico? Si, ma poi io ufficialmente non ho alcuna informazione»