Ilda Boccassini non era estranea ai ‘giochi di potere’ nella magistratura, anzi c’era anche lei nel sistema delle correnti. A rivelarlo è Luca Palamara, protagonista di un botta e risposta a distanza con l’ex magistrato. “Non gli ho mai stretto la mano. Non l’ho mai stimato come collega”, ha dichiarato Boccassini ieri intervenendo al Festival dei libri sulle mafie di Lamezia Terme. L’ex capo dell’antimafia milanese ha risposto anche ad una domanda sul sistema delle correnti in magistratura, sottolineando che tutti gli addetti ai lavori sapevano del ‘mercimonio’ delle nomine.
“L’imputato Palamara per anni è stato protagonista di ciò che in magistratura esiste da sempre: il sistema delle correnti, che non premia il merito. Con lo scandalo Palamara il mondo ha saputo di questo mercimonio ma tutti sappiamo che non è certo l’indagine Palamara che fa scoprire questo”. Dunque, il sistema era noto – spiega Ilda Boccassini – al punto tale che “nel momento in cui entri in magistratura ti devi legare a un carro e avere un carnet dei numeri di telefono tra cui quello mitico di Cosimo Ferri assolutamente a disposizione”.
PALAMARA VS BOCCASSINI “ERA BEN DENTRO IL SISTEMA…”
“Si sa da sempre che: io non ho mai stretto la mano a Palamara perché non l’ho mai stimato come collega”, ha quindi tuonato Ilda Boccassini. Poi ha citato il libro dell’ex presidente di Anm: “Giustamente nel suo libro dice che la Boccassini non è stata neanche presa in considerazione dall’inizio come Procuratrice di Milano perché non è legata a correnti e non è legata alla politica. Beh, non mi poteva fare complimenti migliore”. Non si è fatta attendere la replica dell’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm): “Per tanti della mia generazione lei resta l’emblema di un pubblico ministero non garantista e quindi non equilibrato nei giudizi, pervaso da acredine a volte personale”.
Ilda Boccassini era tutt’altro che estranea al sistema delle correnti: “Lei era ben dentro il sistema di potere della magistratura, quello che determinava i fascicoli e quello che ad esempio le ha consentito di fare il processo Ruby e di avere in quegli anni la copertura dell’Anm da me presieduta”. Non è chiaro però cosa intenda Luca Palamara per ‘copertura’.