Nella giornata di oggi l’Amministratore Delegato di Iliad Italia Benedetto Levi ha condiviso un video sul suo profilo LinkedIn per denunciare le sempre più frequenti pratiche di spoofing che colpiscono – e soprattutto danneggiano – i numerosi operatori telefonici italiani traendo in inganno i consumatori (specialmente quelli meno ‘attenti’) con false modifiche dei piani tariffari già sottoscritti per fargli firmare altri contratti con operatori più o meno noti: una pratica – è ovviamente bene precisarlo – nella quale Iliad non ha direttamente nulla a che fare e che rappresenta un vero e proprio danno di immagine (oltre che economico) anche per la stessa azienda.



Partendo proprio dalla spoofing in sé, nel breve video condiviso dall’AD di Iliad si sente inizialmente una voce registrata che chiede al malcapitato di rendere noto l’operatore dietro al contratto telefonico, prima di metterla direttamente in contatto con un’operatrice di call center che la informa che “dal 23 dicembre avvieremo dei lavori di potenziamento e ci saranno delle variazioni a livello contrattuale” sottolinando in particolare che “la sua offerta si rinnoverà al prezzo pieno di 47 euro mensili in seguito a modifiche contrattuali unilaterali”.



A fronte delle rimostranze della (per nulla inconsapevole) vittima, l’operatrice ha inizialmente assicurato che “chiamo dalla sede amministrativa Iliad a Roma” per poi spiegare che “adesso il suo contratto dalla prossima fattura subirà delle variazioni e lei andrà a pagare 47 euro mensili”, arrivando infine alla vera e propria trappola con la proposta di sottoscrivere un nuovo contratto per il quale dovrà “rimanere con noi 24 mesi con obbligo di permanenza” per evitare di subire la maggiorazione.

L’AD di Iliad Benedetto Levi: “Agcom, Garante della Privacy, Parlamento e associazioni cooperino per debellare lo spoofing”

Venendo al posto dell’AD di Iliad, Levi spiega che il video mostrato “è l’esempio concreto di quanto il mercato telefonico sia infestato di pratiche scorrette“, sottolineando in particolare – e beneficio delle potenziali vittime di queste truffe – che “il numero è spooffato” dato che “provando a richiamarlo si scopre che non corrisponde ad una numerazione attiva“, così come “il presupposto di vendita è falso [perché] non è vero che la linea subirà danni o aumenti“; mettendo poi giustamente in chiaro che “l’operatrice non è una nostra dipendente e non è assolutamente vero che il prezzo dei nostri servizi aumenterà“.



Una pratica – continua l’AD di Iliad nel suo post di denuncia – che mina “la fiducia dei consumatori e [danneggia] il valore di due settori fondamentali“, ovvero “quello delle telecomunicazioni e quello del teleselling“; per poi chiedere ad “Agcom, Garante della Privacy, Parlamento e associazioni dei consumatori” un rinnovato impegno per “affrontare questi fenomeni” con una vera e propria “azione incisiva e strumenti efficaci per bloccarli definitivamente” perché – conclude – “la protezione dei consumatori e del mercato deve essere una priorità per tutti“.