Ilona Staller fa causa a Sotheby’s New York. Già così sarebbe una notizia se non fosse per un dettaglio: Cicciolina vuole dalla nota casa d’aste un risarcimento da 21 milioni di dollari. Come riportato da “La Repubblica”, l’attrice contesta che siano state battute all’asta alcune foto della serie ‘Made in heaven’ dell’artista Jeff Koons che la vedono protagonista senza che sia stato chiesto il suo consenso. Per questo motivo l’ex pornodiva ha dato mandato al suo avvocato, Luca Di Carlo, di formulare la richiesta di risarcimento totale di 21 milioni di dollari così suddivisi: 19 milioni di risarcimento danni e 2 milioni di dollari per attività legale. Ilona Staller ha commentato:”E’ ingiusto che Sotheby’s abbia messo in circolazione quelle fotografie utilizzando la mia immagine, senza il mio permesso e senza pagarmi i diritti d’autore. Anche Koons non ha il permesso di utilizzare la mia immagine e non ha mai pagato”.
ILONA STALLER FA CAUSA A SOTHEBY’S
Le foto finite nel mirino di Ilona Staller, che nelle ultime settimane non ha fatto mistero di essere in difficoltà economiche dopo che il suo vitalizio è stato pignorato dall’autorità giudiziaria, fanno parte di una serie, ‘Made in heaven’, che per la prima volta fu esposta alla Biennale di Venezia del 1990: L’opera rappresenta un racconto moderno di Adamo ed Eva ed è nota per aver assottigliato – attraverso foto, statue e dipinti che ritraggono Koons con quella che sarebbe poi diventata la sua sposa, appunto Cicciolina – il limite tra arte e porno. Per vincere questa battaglia in tribunale la Staller si è affidata al noto legale Luca Di Carlo, già ribattezzato “l’avvocato del diavolo”, che in passato le fece vincere il processo nato dalla denuncia dello stesso Koons con l’accusa di rapimento internazionale di loro figlio e una richiesta di risarcimento di otto milioni di dollari. L’ex deputata alla fine fu assolta da ogni accusa. E ora cerca il bis:”Perché io non ho mai visto una cosa del genere: un’artista vivente esposta nelle gallerie di mezzo mondo che non prende una lira. Ma stiamo scherzando?”.