On. Toccafondi, in questi ultimi giorni abbiamo appreso da più fonti di stampa che i 130 milioni tagliati alle scuole paritarie saranno sicuramente ripristinati. È vero, oppure permangono incertezze?

Per quanto di mia conoscenza nessuna incertezza. Il fondo sarà ripristinato completamente, dopo i 4 milioni recuperati nel passaggio della finanziaria al Senato, la Camera ha recuperato 130 milioni di euro. Totale 134 milioni recuperati e il fondo alle scuole non statali è così ripristinato.

Il suo nome è legato all’emendamento in questione, che pare sia stato sostenuto trasversalmente da tutti gli schieramenti politici. Può raccontarci l’iter di questo emendamento, quali ostacoli ha incontrato e su quali basi ha poi trovato il favore di tutti?

Il lavoro dell’emendamento di quest’anno parte da lontano, dall’anno scorso. In un anno, sapendo del taglio previsto per il 2010, ho lavorato affinché fosse il Parlamento a chiedere il reintegro del fondo. Così grazie al lavoro del PdL l’aula di Montecitorio ha votato a marzo, a giugno e a settembre importanti atti che chiedevano tra le altre cose anche il reintegro del fondo alle scuole paritarie. Ad ottobre in vista della discussione della finanziaria ho scritto insieme all’on. Lupi una lettera al capogruppo del PdL On. Cicchitto per chiedere che fosse lo stesso PdL a farsi promotore in fase di discussione della legge finanziaria della richiesta del ripristino totale del fondo. Una lettera firmata da oltre 50 deputati del PdL di varia estrazione culturale e provenienza politica.

Non a caso a fine novembre quando ho depositato l’emendamento che chiedeva il ripristino dei 130 milioni l’emendamento era a mia prima firma ma seguivano quelle di tutti i componenti del PdL in commissione Bilancio e la seconda firma era dell’amico e capogruppo in commissione on. Gioacchino Alfano. Giovedì 3 dicembre dopo una settimana di lavori con orari al limite della sopportazione abbiamo iniziato la discussione sull’emendamento delle paritarie. Fino a quel punto la rassicurazione del governo era che il fondo sarebbe stato reintegrato, ma in quel momento la mia posizione è stata: bene il reintegro ma solo se è totale, cioè 130 milioni di euro. Altrimenti non avevo nessuna intenzione di accantonare l’emendamento e ne chiedevo il voto. Mi ha fatto molto piacere che tutti i gruppi, sottolineo tutti, abbiano preso la parola per dirsi d’accordo con la richiesta fatta. A quel punto dopo alcune ore di accesa discussione e con vari “intervalli”, riunioni e accese discussioni, c’è stato l’impegno del governo al reintegro totale.

Ringraziando il governo per l’annuncio ho però preferito non far decadere l’emendamento ma di accantonarlo. Quando nella tarda serata di sabato 5 dicembre è arrivato l’emendamento del governo che stabiliva il reintegro di 130 milioni ho capito che ci potevamo rilassare. D lì a poco invece si presentava un ultimo scoglio: i subemendamenti da presentare entro domenica 6 e da votare fino a lunedì. Con i subemendamenti ogni parlamentare può chiedere modifiche agli emendamenti e quindi teoricamente anche al reintegro dei fondi alle paritarie. Tutta la notte e tutta la mattina di domenica e lunedì del ponte dell’Immacolata il lavoro si è concentrato per evitare questo. Ancora una volta devo confermare come la questione delle scuole paritarie sia tema che sta a cuore di tutti, visto che nessuno ha tentato di tagliare le risorse e così il voto di lunedì sera ha sancito il reintegro totale del fondo.

Quali sono i motivi che hanno prodotto le difficoltà attuali, nonostante le promesse e gli impegni ufficialmente presi dal Governo, prima col programma elettorale, poi con l’approvazione di diversi ordini del giorno?

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La finanziaria è triennale, votata nel luglio 2008 appena insediato il Parlamento, e prevede tagli a diversi settori del bilancio dello Stato compresa l’istruzione non statale. Siamo riusciti a recuperare il 2009, stiamo riuscendo a recuperare il 2010, ci manca di recuperare il taglio del 2011. L’assurdo è che tutto il Parlamento chiede con una sola voce il reintegro, forse è il caso di parlare non di reintegro ma di legge sulla parità scolastica, non solo giuridica ma anche economica.

 

Come già ha affermato più volte in occasione dei tagli dello scorso anno, l’obiettivo di fine legislatura è la piena e definitiva parità. Può dirci quali prospettive si aprono in tal senso, dato il consenso multipartisan sull’emendamento, e quali passi saranno concretamente fatti?

 

Io sono in commissione Bilancio che si occupa di numeri, tabelle, soldi. Nella mia commissione è dimostrato che tutti chiedono certezze per queste scuole, chiedono ciò che spetta alle paritarie perché ne conoscono il ruolo e ne riconoscono l’utilità. Sono scuole pubbliche, svolgono un ruolo pubblico per il bene del nostro paese. Alla commissione cultura ed istruzione lasciamo il compito di svolgere il ruolo che gli compete per una legge di reale e totale parità.

 

In questa fase particolare, in cui arrivano dalla politica segnali contraddittori, che da una parte aprono speranze e attese, dall’altra suscitano scoraggiamento e producono reali difficoltà, fino (in alcuni casi) alla chiusura delle scuole, che cosa si può chiedere, a suo giudizio, alle associazioni di scuole paritarie?

 

Di continuare a svolgere il loro operato. Per noi parlamentari leggere i comunicati stampa unitari delle associazioni che si occupano delle realtà paritarie è stato un ulteriore stimolo a proseguire sulla strada della richiesta del reintegro. Molti deputati mi hanno avvicinato per chiedere se dovevano fare qualcosa e chiedevano novità sull’emendamento perché conoscevano realtà scolastiche, a volte molto piccole ma significative, sul loro territorio. Queste scuole sono conosciute e riconosciute da tutti, cattolici o laici di centrodestra e centrosinistra, come luoghi essenziali per il futuro del nostro paese. Realtà che si occupano della vera emergenza nazionale che è l’educazione, e che storicamente si occupano non solo dei nostri figli ma anche dei genitori e del territorio perché partendo dalla persona niente gli è estraneo.

 

(Marco Lepore)

 

A cura dell’Ufficio Stampa CdO Opere Educative