Fare scuola. Una responsabilità che cresce con la forza dell’origine: parafrasando il titolo del convegno nazionale CdO Opere Educative, riunito a Firenze nei giorni scorsi per i suoi lavori annuali, si è svolto l’intervento di inaugurazione di S.E. Mons. Giuseppe Betori, alla presenza di oltre 250 gestori e amministratori di scuole paritarie. Diversi, e tutti ugualmente importanti, i punti toccati durante il suo breve ma intenso discorso, a partire dalla forte sottolineatura della “passione per l’uomo”, che contraddistingue la responsabilità di chi si impegna nel fare scuola, e in particolare una “scuola libera”.
Nel fare scuola, infatti, nel prestare la propria opera e il proprio impegno quotidiano con i bambini e i ragazzi – ha detto mons. Betori – tale passione “è come amplificata”, implicando la necessità di far “vedere e sperimentare una umanità nuova in cui la tensione all’ideale, al Mistero, a una vita ‘vera’, non sia avvertita né come uno sforzo né come un dovere, ma come una pienezza di vita che, affascinando, educa e che, coinvolgendo, fa crescere”.
Ma, ha continuato il prelato, “la responsabilità cresce”, come “necessità di un senso del compito e della missione che chi è impegnato nell’educazione deve avvertire”, come pure in termini di impegno, “per le nuove sfide che la società mette davanti alle giovani generazioni”. Ed è una “fortuna”, allora, che stia crescendo “una primavera di laici che, più di prima, iniziano a fare i conti con l’esigenza di un progetto educativo cristiano per i propri figli e per la generazione di domani”. Per questo, pur di fronte alle difficoltà che l’educazione si trova oggi a fronteggiare, “è importante che questa crescita sia incoraggiata e sostenuta”, anche perché permette un’esperienza di libertà tanto per quanti frequentano la scuola quanto per coloro che la conducono e vi lavorano.
Inevitabile, a questo punto, un riferimento alla battaglia per un’effettiva libertà di educazione, che “si conduce sul terreno del dialogo, del confronto, delle profonde ragioni che la caratterizzano”, come pure dei “numeri”, che “sono il segnale più evidente di una reale qualità della proposta educativa e del ‘risveglio’ di un interesse da parte di numerose famiglie”. Valgano per tutti, allora, – ha aggiunto – le parole degli orientamenti pastorali della Cei: “Il principio dell’uguaglianza tra le famiglie di fronte alla scuola impone non solo interventi di sostegno alla scuola cattolica, ma il pieno riconoscimento, anche sotto il profilo economico, dell’opportunità di scelta tra la scuola statale e quella paritaria”.
Fondamentale, in conclusione, il richiamo all’origine della proposta educativa delle scuole paritarie cattoliche o di ispirazione cristiana, affinché di fronte alla complessità e difficoltà della situazione non ci si appiattisca sul problema economico: “L’origine fa riferimento soprattutto alla radice del Vangelo, dell’incontro con la persona di Gesù, dal quale scaturisce uno sguardo nuovo sul mondo e una forza di grazia per trasformarlo….Soltanto riaffermando e avendo ben presente l’origine, nella sua radice e nella fioritura che da essa si è sviluppata, è possibile garantire un futuro all’impegno educativo delle moltissime scuole cattoliche italiane”.
Ecco dunque la sfida e la strada indicata da Mons. Betori, riprendendo gli orientamenti pastorali della Cei per questo decennio: “non prescindere dai carismi fondativi nell’immaginare una scuola e un’opera educativa che affronti i tempi e che, rinnovandosi continuamente, mostri la capacità della Chiesa di testimoniare la risposta al desiderio ultimo del cuore dell’uomo”. Una sfida e una strada che i gestori e amministratori associati a CdO Opere Educative hanno mostrato di accogliere con entusiasmo e gratitudine.