Dopo una prima pronuncia dello scorso mese che sembrava confermare la linea dura decisa del Ministero degli Interni presieduto da Matteo Piantedosi, alla fine il Tar del Lazio sembra aver aperto (seppur leggermente) le porte all’ex imam di Bologna Zulfiqar Khan che ad ottobre era stato espulso con un decreto di esecuzione immediata firmato dallo stesso ministro: nei prossimi mesi – fanno sapere dallo stesso Tar laziale – si discuterà approfonditamene del caso durante un’udienza pubblica che potrebbe far tornare l’ex imam di Bologna sul nostro territorio; annullando di fatto quanto deciso dal dicastero di Piantedosi che lo ritiene pericoloso per l’ordine pubblico.
Tornando un attimo indietro nel tempo – infatti – dopo diverse settimane in cui i discorsi e i sermoni pubblici dell’imam di Bologna erano rimbalzati ovunque sul web e sulle pagine di cronaca a causa delle sue posizioni troppo vicine all’integralismo islamico (al punto da lodare le azioni di Hamas ed Hezbollah in Terra Santa, in un costante per nulla velato attacco allo Stato Ebraico); in seguito ad un’interrogazione parlamentare da parte dei deputati di FdI Marco Lisei e Sara Kelany l’uomo era stato espulso con provvedimento immediato dall’Italia con revoca immediata del permesso di soggiorno europeo.
Il Tar del Lazio ascolterà l’imam di Bologna: accolto il ricorso di Zulfiqar Khan contro l’espulsione da parte del ministero di Piantedosi
Lo scorso novembre il legale dell’imam di Bologna Francesco Murru aveva cercato di ottenere una revoca della misura cautelare contro il suo assistito che era stata prontamente rigettata dal Tar del Lazio con un decreto cautelare monocratico; ma la battaglia di Zulfiqar Khan non si è fermata ed è arrivato un secondo ricorso per contestate la legittima del provvedimento del ministro Matteo Piantedosi che – appunto – è stata accolta dal tribunale amministrativo con un’udienza fissata per il prossimo aprile.
Dal conto suo l’imam di Bologna non ha ancora commentato la seconda pronuncia da parte del Tar, ma al contempo il suo legale si è detto “più che soddisfatto” dato che i giudici del Lazio avrebbero “riconosciuto l’esigenza e l’interesse del rappresentato religioso islamico“, dicendosi anche “fiducioso” che la causa verterà a loro favore criticando quelle che definisce “teorie basate su supposizioni” senza alcuna prova a loro supporto che sarebbero alla base del decreto di espulsione.