L’Europa pensa a una stretta sugli imballaggi in chiave green. Sotto la lente di Bruxelles ci sono in particolare riuso e “vuoto a rendere” per bottiglie di plastica e lattine in alluminio. Questo è infatti il cuore della proposta di regolamento presentata dalla Commissione, in base alla quale entro il 2030 il 20% delle vendite di bevande take-away dovrà essere servito in imballaggi riutilizzabili o usando i contenitori dei clienti, per arrivare all’80% nel 2040. E non solo. Il documento include anche il divieto di utilizzare confezioni monouso all’interno di bar e ristoranti e flaconcini negli hotel, così come prevede una quota obbligatoria di contenuto riciclato nei nuovi imballaggi di plastica.
La Commissione europea sembra insomma preparare una vera e propria svolta nel packaging. Che però non manca di sollevare perplessità e critiche da parte dei settori produttivi destinati a tradurre dalla teoria alla pratica le disposizioni, qualora venissero approvate. Tra questi, si conta anche il comparto agroalimentare che per voce di Confagricoltura ha preso le distanze dal provvedimento. In una nota ufficiale, la associazione fa sapere che “la proposta di regolamento sugli imballaggi conferma tutte le preoccupazioni già denunciate, che emergevano da una prima lettura delle bozze circolate informalmente. Si è scelto di mantenere l’impostazione di Regolamento direttamente applicabile quando sarebbe stato opportuno preferire la ‘direttiva’ come strumento legislativo, così da permettere a ogni Stato Membro di avere più tempo nel recepire il dettato comunitario e più spazio di manovra per identificare specifici bisogni del proprio tessuto imprenditoriale”.
Ma la lista dei nodi critici non si ferma qui. Confagricoltura punta il dito anche sull’aumento dei costi che “considerate le alte percentuali di riciclato richiesto, verrà inevitabilmente generato dalla ricerca di materiali alternativi a quelli che vengono banditi” Senza dimenticare “le ricadute enormi e di forte impatto in termini di sicurezza alimentare e qualità organolettiche per prodotti considerati tra i più deperibili”. E ancora, l’associazione esprime preoccupazioni per l’esiguo lasso di tempo concesso per il passaggio al bio e al compostabile di alcuni materiali, e per il divieto di utilizzare imballi monouso per i prodotti ortofrutticoli freschi. Come pure ricorda che sullo sfondo vi è anche la conferma delle rigide disposizioni che regoleranno l’etichettatura degli imballaggi.
Da qui dunque l’appello: “Confidiamo – riporta sempre una nota ufficiale di Confagricoltura – che, nel passaggio che attende il provvedimento in Parlamento europeo e in Consiglio si possano superare le diverse criticità registrate e che si avvii un percorso condiviso, graduale e armonizzato. Un percorso che è mancato e senza il quale siamo convinti che la transizione enfatizzata nel comunicato della Commissione non possa dirsi pienamente compiuta e sostenibile perché incompatibile con le esigenze e le peculiarità dei diversi settori e con obiettivi realistici ed economicamente percorribili. Una mancanza di realismo, quella dei commissari, ancora più lampante se si considera la situazione di tempesta perfetta o di ‘policrisi’, come è stato definito proprio a livello comunitario il complicatissimo contesto climatico, politico, storico ed economico – con tutti i principali input produttivi al rialzo – in cui si trova a operare il settore primario”.
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