Bruxelles è pronta a intervenire per ridisegnare il perimetro delle norme cui si dovranno attenere gli imballaggi e i rifiuti da imballaggio del beverage. Il 30 novembre scorso la Commissione europea ha infatti pubblicato una proposta di Regolamento che contiene disposizioni in materia su tra fronti. Il primo è quello dell’obbligo del riuso, che fa da ideale contrappeso alla pratica del riciclo: la misura disegnata dall’Ue prevede infatti che su 100 bottiglie immesse nel mercato europeo, una quota compresa tra 5 a 10 bottiglie dovrà essere riutilizzabile. L’azienda produttrice avrà quindi l’obbligo di contribuire alla realizzazione e mantenimento di un regime che raccoglie, lava, sanifica e riconsegna le bottiglie agli utilizzatori. Ma questo è un punto che rischia di creare difficoltà al comparto.
Federvini ricorda infatti che nel settore vitivinicolo si utilizzano prevalentemente bottiglie di vetro, quindi riciclabili al 100%. Bottiglie che, nel caso dell’Italia, vengono poi effettivamente riciclate nelll’88% dei casi, a fronte di un obiettivo del 70% che secondo le indicazioni dell’Ue dovrà essere raggiunto entro il 2025. E a questo si aggiunga che studi condotti dall’Università di Wageningen e dal Politecnico di Milano dimostrano come il riuso assicuri performance ambientali migliori del riciclo (vuoto a rendere vs vuoto a perdere) solo entro brevi distanze (non più di 175-200 km). E il vino – ricorda Federvini – è un prodotto vocato all’export.
Ma non è tutto. “La riciclabilità – avverte Micaela Pallini, Presidente di Federvini – sarà misurata in base a criteri di progettazione che saranno stabiliti successivamente dalla Commissione europea, senza la consultazione degli operatori. Ma se fra questi criteri sparirà quello legato alla funzione di presentazione del prodotto, rischiamo di perdere le forme e il design che oggi caratterizzano molti dei nostri prodotti”.
Un’altra insidia si annida poi nell’obbligo di minimizzazione: entro il 1° gennaio 2030, infatti, tutti gli imballaggi dovranno ridurre al minimo peso e volume. Ma anche questo passaggio potrebbe risultare critico. “Nel nostro settore – fa presente Pallini – gli imballaggi, le bottiglie, svolgono una funzione peculiare: non sono solo un mero contenitore, sono veicolo di presentazione al consumatore di prodotti unici, che si differenziano gli uni dagli altri per territorio di provenienza, storia, tradizioni, inoltre, le moderne tecnologie hanno permesso di ridurne il peso di oltre il 30%”.
E da qui l’invito del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: “I dati citati non solo vanificano i benefici attesi dai commissari europei, ma evidenziano in modo inequivocabile la necessità di valutare con molta attenzione l’introduzione di divieti su alcune tipologie di imballaggio, di tassi obbligatori di materiale riciclato e di obiettivi e target di riutilizzo. Tutte queste misure andrebbero ponderate avvalendosi di evidenze scientifiche a supporto delle decisioni anche in relazione alle ricadute economiche di settori strategici e iconici come quello del vino e considerando tutte le esternalità ambientali e anche quelle relative a sicurezza alimentare e qualità organolettiche, determinanti per il settore”.
Ma la lista delle criticità della misura prospettata da Bruxelles non finisce qui. Sotto la lente, c’è anche l’etichettatura. In questo caso, la Commissione Ue propone di inserire su tutti gli imballaggi informazioni armonizzate per consentirne una corretta gestione e smaltimento. Federvini e Confagricoltura invitano però a intraprendere un’altra strada: “Sosteniamo – dicono congiuntamente e due associazioni – l’armonizzazione delle indicazioni relative all’etichettatura ambientale degli imballaggi da fornire tramite gli strumenti digitali”.
In questo scenario, è del tutto evidente che un ruolo centrale sarà giocato dalla politica, alla quale si rivolge in modo diretto Giansanti: “Abbiamo chiesto al Governo e ai deputati italiani al Parlamento europeo – afferma il Presidente di Confagricoltura – di mobilitarsi per tutelare le imprese del settore e l’intero sistema produttivo del Paese, in tutte le sedi del negoziato, affinché vengano superate le rilevanti criticità riscontrate nella proposta di Regolamento”.
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