LA NORMA SUGLI IMBALLAGGI DELL’UNIONE EUROPEA METTE A RISCHIO L’INTERA FILIERA ITALIANA

Non fa rumore come il tema del caro-bollette ma il rischio di impatto della prossima riforma in ambito Ue sugli imballaggi è purtroppo elevatissimo per le imprese italiane: secondo la denuncia del Conai (Consorzio nazionale imballaggi) in Italia sono circa 700mila le aziende che rischiano di essere «travolte» dalla proposta di regolamento europeo della gestione degli imballaggi. Il testo è già stato preparato in bozza dalla Commissione Europea e verrà discusso nelle prossime settimane: si struttura sulle tesi “green” della Commissione a guida Von der Leyen e Timmermans che punta al riutilizzo tout court sugli imballaggi, a danno del riciclo. Come ben spiega “Il Sole 24 ore”, «È allarme generale nell’industria e nel settore dei servizi in Italia. Il cambio di strategia infatti colpisce il sistema Paese che proprio nell’industria del riciclo ha un primato europeo».



L’impatto calcolato dal Conai e da Confindustria vede coinvolti 6,3 milioni di dipendenti nel mondo produttivo degli imballaggi, che muove ogni anno 1.850 miliardi euro di fatturato, di fatto l’intera totalità delle aziende associate al medesimo Consorzio. Ma anche settore agricolo, logistica e packaging rischiano di essere “stravolti” da una norma che, se approvata, fermerebbe l’intera filiera dell’imballaggio. Come spiega ancora il quotidiano della Confindustria, in questi anni di forte tematiche e legislazioni pro-ambiente, la filiera industriale del riciclo è funzionata ottimamente in Italia grazie al Decreto Ronchi e al Conai stesso: «Chiedendo un contributo (Cac) ai produttori e utilizzatori di imballaggi e usandolo per implementare la raccolta differenziata».



IMBALLAGGI-UE, LA DENUNCIA DI DE MEO: “TESTO IDEOLOGICO”

I numeri fanno ancora impressione e si riferiscono al solo 2021: «Conai ha riconosciuto alle amministrazioni locali italiane quasi 727 milioni di euro (70 milioni in più rispetto al 2020) mentre 445 milioni sono stati destinati al finanziamento di attività di trattamento, riciclo e recupero», conclude il “Sole”. Ebbene, con la norma finora solo in bozza della Commissione Europea si punta a implementare il riutilizzo piuttosto che il riciclo degli imballaggi: secondo Confindustria, tale proposta «rimette in discussione in Italia il modello di riciclo ormai consolidato e su cui il nostro Paese è al primo posto in Europa. Inoltre, il riciclo sarà oggetto di ulteriore rafforzamento grazie agli investimenti del Pnrr mentre invece questo regolamento rischia di vanificare gli sforzi e gli obiettivi raggiunti finora, andando a creare danni economici tutt’altro che trascurabili lungo l’intera filiera della gestione dei rifiuti». I nodi al pettine sono diversi e tutti molto negativi per la filiera italiana: in primis, il testo sarebbe un nuovo regolamento Ue, il che metterebbe fine alla possibilità di gestire con flessibilità l’assetto normativa sul tema industriale. In secondo luogo, la Commissione Ue punta sulla “filiera corta”, su riduzione ed eliminazione degli imballaggi e sui contenitori da riutilizzare, che andrebbero però a «pregiudicare in prima battuta comparti esportatori per eccellenza», sottolinea Confindustria.



Il tutto, notano gli industriali, senza che vi siano evidenze scientifiche alla base della Commissione Ue per definire tale proposta migliore del riciclo di stampo italiano: «Le industrie italiane sono disposte ad andare addirittura oltre, con il riciclo chimico per esempio, ma senza scardinare il modello di eccellenza italiano. Ci dobbiamo preoccupare di evitare la discarica che è il vero problema di oggi: consuma suolo, emette CO2, non valorizza il rifiuto economicamente». Secondo il presidente del Conai Luca Ruini, «La Commissione ha in mente come modello il sistema di cauzionamento. Ma in Paesi come Italia e Spagna non quello che è stato sviluppato. Per un Paese come il nostro, che è tra i primi in Europa in termini di riciclo, significherebbe cambiare il sistema con cui ha ottenuto i risultati». Il tema rischia di diventare un forte elemento di scontro tra Roma e Bruxelles nelle prossime settimane, con il Governo Meloni chiamato a prendere posizione in Europa: «Non è per niente rassicurante la bozza di testo del Regolamento che la Commissione europea dovrebbe presentare il prossimo 30 novembre riguardante la disciplina della produzione di imballaggi che, per come è concepita, rischia di danneggiare numerose filiere strategiche del tessuto economico italiano ed europeo», denuncia l’eurodeputato di Fi-Ppe Salvatore De Meo. Sempre da Forza Italia l’invito a “destarsi” sull’allarme in arrivo è dirimente: «In sintesi – conclude De Meo – la Riforma, spinta da un’impostazione fortemente ideologica, mira ad agevolare solo il riutilizzo degli imballaggi, escludendo di fatto tutti quelli riciclati, nei quali l’Italia è leader in Europa e sui quali sono destinate anche molte risorse del Pnrr. Questa proposta rischia di riportarci indietro di cinquant’anni sconvolgendo i settori come quello dell’agricoltura, dell’Horeca e della logistica, con l’immediato pericolo, nel caso fosse accolta, di pesanti perdite di posti di lavoro. Inoltre, aspetto da non sottovalutare, questo approccio annunciato nella bozza potrebbe impattare anche sulla sicurezza alimentare e sulla salute dei cittadini in quanto gli imballaggi dei prodotti proteggono, conservano e informano i consumatori, garantendone tracciabilità e igiene».