La fine della pandemia è vicina, anche se il Covid resterà. Lo scrive Christopher Murray dell’Institute for Health Metrics and Evaluation di Seattle, negli Stati Uniti, sulle colonne di The Lancet. «Nuove varianti di Sars-CoV-2 emergeranno sicuramente e alcune potrebbero essere più gravi di Omicron», osserva lo studioso. Inoltre, l’immunità, sia da infezione che da vaccinazione, diminuirà «creando opportunità per una continua trasmissione» del coronavirus, quindi bisognerà aspettarsi una maggiore trasmissione nei mesi invernali.



Ma l’impatto del Covid sulla salute sarà minore «grazie all’ampia esposizione precedente al virus, ai vaccini regolarmente adattati a nuovi antigeni o varianti, all’avvento degli antivirali e alla consapevolezza che i vulnerabili possono proteggersi durante le ondate future, quando necessario, usando mascherine di alta qualità e distanziandosi fisicamente». Di conseguenza, il Covid diventerà «un’altra malattia ricorrente che i sistemi sanitari e le società dovranno gestire». Quindi, c’è davvero motivo di guardare con fiducia al futuro, nella consapevolezza che non ci libereremo del Covid, ma potremo comunque riappropriarci della normalità, anche se non uguale a quella a cui eravamo abituati.



“L’ERA DEL LOCKDOWN STA PER FINIRE”

«L’era delle misure straordinarie da parte dei governi e delle società per controllare la trasmissione di Sars-COV-2 sta per finire. Dopo l’onda omicroniana, Covid tornerà ma la pandemia no», scrive Christopher Murray su The Lancet. Si tratta di previsioni frutto dell’osservazione dell’evoluzione della pandemia. L’ondata Omicron sta inesorabilmente raggiungendo tutti i continenti, «con solo alcuni paesi in Europa orientale, Nord Africa, Asia sud-orientale e Oceania che devono ancora iniziare la loro onda di questa variante». Il livello di infezione, che non ha precedenti, suggerisce che oltre la metà della popolazione mondiale sarà stata infettata entro la fine di marzo 2022. A questa ondata di contagi si accompagnano più infezioni asintomatiche, ma «nonostante la ridotta gravità della malattia, la massiccia ondata di infezioni omicroniche comporta un aumento dei ricoveri ospedalieri in molti paesi e, secondo i modelli IHME, in alcuni paesi raggiungeranno il doppio o più del numero di ricoveri Covid delle ondate passate».



VARIANTE OMICRON, LE PREVISIONI SUL PICCO

Inoltre, i modelli dell’Institute for Health Metrics and Evaluation di Seattle suggeriscono che l’intensità della trasmissione della variante Omicron è così alta che le azioni politiche, come l’uso delle mascherine, la vaccinazione di chi ancora non è immunizzato e le terze dosi, avranno un impatto limitato, perché l’ondata sarà già finita. Quindi, solo nei paesi in cui l’ondata omicron non è ancora iniziata, l’estensione dell’uso delle maschere in anticipo sull’ondata può avere un effetto più sostanziale. Per quanto riguarda le previsioni sul picco, infatti, è previsto «nella maggior parte dei paesi tra ora e la seconda settimana di febbraio 2022». In virtù di questa rapidità di trasmissione, bisognerebbe cambiare strategia. Ad esempio, «gli sforzi per il contact tracing sembrano essere inutili». Il problema si pone per quei paesi con una strategia “zero Covid” come la Cina, che potrebbe essere travolta dall’Omicron.