Immacolata Iacone, la donna che ha legato la sua vita a quella di Raffaele Cutolo, parla del loro amore a distanza. Può incontrarlo nel carcere di Parma, ma una volta al mese e per una sola ora, senza mai toccarsi. «Quando mi sono fidanzata con lui, mi disse “due anni e sto fuori” e io risposi “dieci anni e ti aspetto”», dichiara nell’intervista rilasciata a Fanpage. E invece sono passati 36 anni, ma Immacolata Iacone continua ad aspettare che il marito, fondatore della Nuova Camorra Organizzata, torni a casa. «Non mi ha fatto del male. Io ho amato questa persona, amo questa persona. Ho fatto una scelta e penso che una persona che fa una scelta la deve mantenere fino alla fine, in qualsiasi modo». Si innamorò del boss quando lei aveva 17 anni. In quegli anni lui era all’apice del suo potere criminale. Per sposarlo dovette fare un giuramento. «C’era un Vescovo della zona della Sardegna, diceva che era una cosa assurda che mi dovevo sposare e feci un giuramento, dovetti fare un giuramento davanti a lui e davanti alla chiesa che io firmavo che era una mia volontà, una mia decisione fare questa cosa. E ho dovuto fare questo prima del matrimonio».

IMMACOLATA IACONE, MOGLIE DEL BOSS RAFFAELE CUTOLO

Nel 1983 Immacolata Iacone ha sposato Raffaele Cutolo, 20 anni più grande di lei. In quel momento lui si trovava già in carcere. La loro relazione è fatta di pochi contatti e molte lettere. I loro colloqui in carcere non sono mai privati. Dopo 36 anni gli è ancora fedele. E oggi che il marito, Raffaele Cutolo torna a far parlare di sé per alcuni verbali in cui dichiara che avrebbe potuto salvare Aldo Moro, Immacolata Iacone conferma: «Non l’hanno voluto in vita Aldo Moro». Nell’intervista a Fanpage ha parlato anche delle condizioni di salute del marito, che non sta morendo, contrariamente a quanto riportato negli ultimi mesi. «È  un uomo con i capelli bianchi, molto magro». I due nel 2007 hanno avuto una figlia, Denis, concepita con inseminazione artificiale. L’autorizzazione fu concessa dal Ministero della Giustizia nel 2001, dopo una battaglia legale cominciata nel 1983. Immacolata Iacone parlò della figlia alla Voce di Napoli: «Una volta dicevo di vivere solo per Raffaele, adesso prima di Raffaele c’è lei e va difesa». La costruzione del rapporto padre-figlia in quelle condizioni è complicata: «Si tratti di amore e dolcezza. Raffaele continua a scrivere poesie per la sua bimba e le invia tramite telegrammi – diceva – Li conservo tutti e quando sarà più grande glieli consegnerò, aiutandola a leggere attraverso le parole per farle capire il senso e la forza di quelle righe».